AREA – PROGRESSIVI DI PERIFERIA. OLTRE IL CONFINE

Scritto da: cspigenova

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Al di là della denominazione di “International Group”, la dimensione creativa degli Area non è solo italiana ma, proprio per la ricchezza di collegamenti e di fermenti, può essere tranquillamente inserita in un discorso più ampio, per paradosso, diremmo, globale. Nella sapiente gestione di un caleidoscopico melting pot sonoro, gli Area assorbono influenze culturali di ogni tipo, rientrando in un filone particolare che vede, in Europa, particolari punti di tangenza con esperienze dai tratti comuni.


Pur confermando l’unicum sin qui tracciato, gli Area non sono soli. Dell’ascendenza jazz rock britannica abbiamo già in parte discusso ed è quella che emerge già da un ascolto superficiale, ma proprio quei gruppi citati (Soft Machine, Just Us di Elton Dean e Nucleus di Ian Carr) provengono da un’area ben precisa, quella canterburiana, i cui frutti più estremi troveranno un’intelligente sintesi nel Rock In Opposition (RIO) degli Henry Cow (che erano però di Cambridge). Non solo: affinità elettive spiccano con il rumorismo di Hugh Hopper (1984), il pianismo free di Keith Tippett, i Centipede, In Cahoots, gli Isotope. Inoltre: come non considerare poi i Matching Mole?

 

Forti consonanze in sede jazz/contemporanea, riguardo all’utilizzo delle timbriche e delle ritmiche, sono evidenti con la scena progressiva francese: gli Atoll ma soprattutto gli Art Zoyd, gli Eskaton, gli Zao e i Dun, discendenti della dissonante teatralità Zeuhl dei Magma (altra band capostipite che, in termini di opzioni avanguardistiche, non può essere trascurata in un eventuale parallelismo con gli Area). Sempre in Francia, troviamo gli Asia Minor (già primi anni Ottanta) che, grazie anche all’origine turca di alcuni componenti, faranno largo uso di scale mediorientali nelle loro composizioni.

Le attitudini elettroniche potrebbero, seppure molto indirettamente, rilevare una certa corrispondenza con quanto (più metodicamente e in maniera mirata) si stava tentando in Germania: i primi nomi che saltano in mente sono quelli degli Amon Düül, i Can, Ash Ra Tempel, i Cluster e Popol Vuh.

 

Conclusioni

Cosa ci deve fare riflettere?

L’approccio degli Area è “colto” ma in ambito “popular”. Alcune loro composizioni erano più vicine ai Soft Machine o, per converso, a John Cage, che non ai “contemporanei” pop rock. Eppure gli Area, con questi ultimi, dividevano i palcoscenici dei raduni di massa, nonché gli scaffali nei negozi di dischi…

Quello degli Area fu un contributo “realmente” e “concretamente” progressivo all’interno della musica europea; indicarono un paio di  direzioni “comunicative” valide ancora oggi.

Ma attenzione al concetto di progresso nell’arte: rischia di fare più danni che la grandine…

 

(Riccardo Storti – fine)