IRON MAIDEN - Powerslave
EMI Records,1984
Nell'anno
in cui George Orwell ambienta il suo più celebre romanzo, gli Iron
Maiden guidati dalla pazzesca voce di Bruce Dickinson pubblicano
powerslave che non ha niente a che vedere col grande fratello di Orwell,
ma comunque ha nella guerra il suo tema principale. Non mi stupisce che
questo album abbia sforato i 10 milioni di copie vendute (secondo solo a
The number of the beast) poiché la parte strumentale è assolutamente
curatissima (anche se ho qualche riserve sulle tracce 3 ed 8, di cui
parlerò in seguito): molto apprezzabile la mescolanza tra la potenza del
rock degli Iron con ritmi che ricordano quelli delle ballate popolari.
La
prima traccia (aces high) dedicata agli aviatori inglesi caduti nella
seconda guerra mondiale è un classico Iron Maiden, niente di nuovo, ma
pur sempre piacevole. 2 minutes to midnight (track 2) è entrata nel best
off della band e penso che basti dire questo per far capire il valore
della canzone che non abbandona il tema di guerra concentrandosi
sull’utilizzo della bomba atomica nei conflitti. Losfer Words (track 3) è
un pezzo strumentale che sinceramente ho davvero poco apprezzato a
causa del ritmo banale e ripetitivo. Di Flash of the Blade (track 4),
Back in the Village (track 5) e The duellist (track 6) non c'è
moltissimo da dire, tema di Guerra al centro e un ritmo apprezzabile ma
che non entusiasma troppo. La prima parla di un soldato che ricorda la
sua infanzia quando giocva ad amazzare i draghi come San Giorgio e si
accorge di quanto sia diverso della vera guerra, Back in the village
parla di un uomo che torna al suo villaggio dopo un bombardamento
descrivendo nei minimi particolari quello che è accaduto, chiudendo gli
occhi e lasciandosi trascinare dal suono e dal testo sembra quasi che si
possano rivivere gli stessi momenti di paura e tensione. The duellist
racconta gli ultimi momenti di vita di un uomo caduto in un duello, il
ritornello (tralatro molto , forse un pochino troppo, simile a quello di
run to the hills)separa le varie scene della lotta: la prima dedicata
alla preparazione del duello, la seconda al duello vero e proprio e la
terza alla morte indicata come colei che falcia ed aspetta. Powerslave
(track 7) è la canzone che da il titolo all’album, parla di un faraone
che è alla ricerca dell’immortalità; questo spiega anche la
rappresentazione “Ironmaidenizzata” del monumento egiziano di Abu Simbel
sulla copertina del disco. Come ha già fatto in passato Bruce Dickinson
sfrutta la laurea in storia e letteratura per scrivere una canzone su
un capolavoro letterario, questa volta tocca a The rime of ancient
mariner di S.T. Coleridge essere reinterpretata in chiave hard rock.
Nonostante questa canzone mi abbia aiutato a ricordare la trama della
storia durante le interrogazioni di inglese non lo trovo uno dei brani
migliori della band: non sono riusciti a mio modesto parere a far
provare con la musica le stesse emozioni che il vecchio marinaio faceva
provare ai wedding guest nella ballata di S.T.C., anche perchè il ritmo
in questa canzone, soprattutto verso la fine, è piuttosto ripetitivo.
Posso capire che comporre una suite non sia semplice, ma data
l'importanza e il valore della band, gli Iron non possono essere del
tutto giustificati.

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