Sólstafir - Köld (2009)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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Solstafir KoldLabel: Spikefarm records

Issued: 2009

 

 

 

 

 

 

Prefiguratevi una chitarra magmatica e assolutizzante che discioglie basso e pelli, un uso a dir poco sfrontato dei piatti. Strumenti e voce conglomerati in una sorta di unisono emozionale. OK? Andiamo. Gettarsi alle spalle le black-ragazzate degli inizi: è tempo di architettare sontuose suite progressive (i saliscendi ritmici ed emotivi di Köld, la onnicomprensiva Goddess of the ages in chiusura) oppure ipnotiche progessioni post-wave (78 days in the desert e in sostanza tutto il resto del disco uno). Più prossime ai lavori precedenti le cupe rarefazioni doom del disco due: la evocativa, post-Gilmouriana, Necrologue, eseguita a ogni concerto e dedicata a un amico prematuramente scomparso, il Neurotico singolo Love is the devil (and I'm in love), una World void of souls eccessivamente lunga ma inaspettatamente Nine inch nails nel finale. Ascoltate questo disco mentre cercate di figurarvi i Sólstafir in persona rinchiusi nell'armadio del video di Close to me mentre rotolano giù nella caldera dell' Eyjafjöll.

 

Sì però avrei fretta: Pale rider / Goddess of the ages