Eddie Vedder - Ukulele songs (2011)
Label: Monkeywrench records
Issued: 2011
Una leziosa e ninnanannosa raccolta di quindici-dico-quindici ballatelle strappatesticolari voce-e-ukulele-e-un-fottutissimo-niente-di-niente-altro, prevalentemente dissertanti della insopportabile tristezza e del senso di nullità conseguenti alla separazione (forzosa) dal proprio unico meraviglioso splendidissimo amore ("If no one sees me / I'm not here at all", You're there), contrapposta e al contempo integrante il (fin troppo) reiterato naturalismo metafisico del precedente Into the wild (film+soundtrack) dove, ricorderete, la ricerca di sé non poteva prescindere dall'allontanamento di qualunque affetto e dall'immersione definitiva nel tutto. Se riuscite a sopportare l'odioso fankulele per la prima metà del disco ritroverete, sul lato B, qualche barlume del musicista che ricordavate, almeno in Longing to belong e Satellite. In tracklist, quattro vecchi standard pre-WWII (tra cui una Kamakawiw'olesca Dream a little dream), un paio di (per una volta) sobrie ospitate (Glen Hansard e una miagolante Cat Power). Le introduttive Can't keep e Sleeping by myself fanno ben altra figura, rispettivamente, in Riot act e Lightning bolt. Un ascolto a conti fatti inutile e autolesionista.
Sì però avrei fretta: Longing to belong / Dream a little dream