Brad - Interiors (1997)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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Brad InteriorsLabel: loosegroove records

Issued: 1997

 

 

 

 

 

 

Punkpoppettini da programmazione radiofonica pomeridiana feriale (Secret girls, Lift) e folkpoppettini rastremati (Some never come home) da restaurazione post-grunge (cfr. Train, Puddle of mudd, in parte gli stessi Foo fighters - ahia, andateci piano coi pomodori marci). Destano (limitato) interesse le oscurità cineree post-Superunknown di Funeral song, la ribollente Circle & line e certi momenti pop-soul, senz'altro farina del sacco di Shawn Smith: il singolo The day brings, featuring un vergognosamente sottoutilizzato McCready alla chitarra, la conclusiva, evocativa Those three words. Sonorità mastro-lindo allineate con i tempi e premonitrici della sonnolenta produzione successiva, escogitate stavolta da Volpacchione O'Brien. La collocazione cronologica tra No code e Yield, vale a dire gli album programmaticamente più eccentrici dei P-J, fornisce una suggestiva chiave di lettura nei confronti del conclamato disimpegno ostentato qui. Con la notevole eccezione del saccheggio ideologico da No code perpetrato con una certa grossolana astuzia in Candles.

 

Sì però avrei fretta: Circle & line / Funeral song / Those three words