Anathema - The optimist (2017)
Label: Kscope
Issued: 2017
Vostra nonna sa bene che se il sugo è un po' balordo bisogna abbondare col soffritto. E sa anche che se viene a mancare l'ispirazione, l'artista avveduto abbonda col mestiere. Agli Anathema riconoscono anche i detrattori una formidabile versatilità stilistica (cfr. la notturno-strombettante coda simil-jazz di Close your eyes, dove la ialina Lee Douglas trova stavolta la sua migliore dimensione), una crescente abilità atmos/tronica (le grossolane intemperanze EDM della introduttiva Leaving it behind; le goffe j-m-jarrettate del pessimo strumentale San Francisco, vagamente reminescente della comunque eccellente Endless ways) e soprattutto la capacità di creare certe emozionali/emozionanti progressioni intrise di tensione (di nuovo Endless ways; il pianoforte che muta in chitarra elettrica nel narrare il tema di The optimist, inzialmente me-tapino-sospirante poi astutamente ed efficacemente progr/essiva; il manieristico quasi-interamente-strumentale Springfield, avveduto primo singolo dell'album). Per tacere poi del tanto vituperato pop da classifica, saggiamente dosato, giusto per mettere al sicuro il risultato (cfr. gli Spandau ballet abbagliati di Can't let go o la Enya che visita uno zuccherificio di Ghosts). Sarebbe stato avventato aspettarsi altro da questo. Ma di più, un poco di più, quello sì. Del tutto pretestuosi gli accostamenti ad A fine day to exit, di cui questo The optimist sarebbe un sedicente sequel.
Sì però avrei fretta: Endless ways / The optimist