Anastacia - Evolution (2017)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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Anastacia EvolutionLabel: Polydor

Issued: 2017

 

 

 

 

 

 

Come immaginarsi che il settimo album della ragazzina saltata fuori dalla torta dello showbiz nei primiduemila, quando in realtà non era per niente una ragazzina dal momento che contava trentadue fottutissime primavere, quella con il ventre tonico e sul naso quegli improponibili occhialini azzurri che ai tempi osava indossare soltanto Franco Anvedi Califano, s.c.p. all'animaccia sua, quella che vi trasmetteva quella specie di erotismo sottocutaneo eppure imperfetto, forse proprio per via di quella strana voce a metà strada tra Aretha Franklin, la sordina di Louis Armstrong e una tubatura geotermica industriale, che il settimo album di Anastacia, insomma, sarebbe stato intriso di autotuning (a titolo di esempio sentitevi il poppyfunk ottantiano Nobody loves me better, il dancefloor con nuances mediorientali Caught in the middle in apertura, il fastidioso neo-tuttologismo electro/funk/rnb/con/orchestra/e/tutto/il/resto espresso nella sovraeccitata Boxer). L'autotuning. Anastacia. Ma che razza di mondo. Sulla seconda facciata, canzoni come Reckless e Higher livin' intenderebbero replicare i gloriosi fasti di Not that kind. La voce è ancora quella, ma la spregiudicatezza artistica ahimè no. Anastacia e l'autotuning. Roba da matti.

 

Sì però avrei fretta: Higher livin' / Reckless / Boxer