Carla Bruni - French touch (2017)
Label: Verve records
Issued: 2017
Simil-chansonnierismo filo-di-voce, piano, chitarrina con tanto di gnoloviola e orchestrina dei vostri coglioni avvizziti. Proprio a voi, che ancora ci avete davanti quel gigante interiore di Dave Gahan che se ne va in giro con la corona ficcata sulla zucca e la sdraio pieghevole sotto il braccio (Enjoy the silence). Ridurre i Clash a un jezzettino spompo cantato da una specie di teenager asmatica costretta a correre da Vicolo Corto a Vicolo Stretto inseguita da un fottuto Imprevisto del cazzo (Jimmy jazz, direte: be' però il titolo...). E non solo i Clash, a sentire la quasi totalità del lato B, o più genericamente dell'intero disco. Sospiri e ammiccamenti: la frenesia di perdersi in una metropoli di luci e ombre nella (vana) attesa di una telefonata - la straordinaria Miss you - diventa una specie di funky/disco da divanetto da nightclub, voi che vi immaginate seduti lì, gonfi di bourbon scadente e lei inginocchiata col vostro microfono davanti al naso. E forse la giornata perfetta di una attempata modella miliardaria annoiata difficilmente avrà la medesima perfezione stupefatta, ingenua e fin commovente di un eroinomane newyorchese a cui è concessa l'opportunità, per un giorno soltanto, di uscire dalla sua disperazione. Eppure, nonostante la pochezza della materia tra le mani, David Foster rimane un produttore che di maroni ne ha quindici o sedici e così sfodera il carico proprio su Highway to hell, che diventa una specie di impertinente female jazz-soul con tanto big band. Voi non battete ciglio, perché avete già sentito roba come Holy diver fatta dai Pain of salvation oppure Sabbath bloody sabbath fatta dai Cardigans. Però una risatina vi scappa lo stesso, e rimandate all'inizio della traccia mentre nessuno vi guarda.
Sì però avrei fretta: Highway to hell / Miss you