Árstíðir - Tvíeind (2012)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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arstioir tvieindLabel: Nivalis

Issued: 2012

 

 

 

 

 

 

Arrivano con la medesima ineluttabilità del tuono che segue il lampo, o del sorrisino che segue la scorreggia: prima i bagliori di visibilità internazionale e poi le roboanti collaborazioni, nello specifico con artisti della nuova electrowave islandese (Ruxpin e Kippi Kanínus) e russa (Iamthenorning, Veell). E, infine, l'inevitabile raccolta di reingegnerizzazioni musicali. Accade così che l'immaterialismo celtico di Ljóð í sand trasmuti in un ipercinetico quasi-jungle mix con ampie aperture space-age, una sciamannanza da inizio00, se ci pensate, o che Lost in you acquisisca certa iperdrammaturgia stile Anathema per pop-morbidirsi successivamente nella seconda parte, o ancora che Days and night venga permeata da quell'elettronica glaciale da ?syntax-error che ricordavate nei primi dischi dei Sigur rós, o infine che Á meðan jörðin sefur (reinterpretata da una anodinica vocina femminile) e Shades acquisiscano, seppure in modi assolutamente differenti, certe sinestetiche sensazioni metereologiche poi ampiamente esplorate nel successivo Hvel. Accade, sì. E non ci puoi fare niente.

 

Sì però avrei fretta: Shades