Franco Battiato - Giubbe rosse (1989)
Issued: 1989
Label: EMI
La elegiaca Giubbe rosse, unico inedito in studio, esprime un iper/pop sci/fi anti-Fisiognomica che la colloca pericolosamente prossima a No time no space. Mesopotamia, un reboot iperbattiatoso di Cosa resterà di me?, scritta l'anno precedente per Dalla/Morandi appare indissolubilmente vincolata all'emotivamente tumultuoso passato personale dell'autore almeno quanto Giubbe rosse ne raffigura il placido presente da (finalmente) sopraggiunta terz'età. Alexander platz, scritta per Milva e prima ancora per Alfredo Cohen da luogo a una evocazione di tutt'altro genere (leggersi il ridondante testo della versione originale di Cohen, intitolata Valery, aiuta a comprendere meglio la riscrittura di F-B). La straordinaria prima facciata del disco è completata dalla vivace Lettera al governatore della Libia, duetto inedito con la sfortunata Giuni Russo per la quale F-B scrisse la canzone nel 1981. Sulla terza facciata sono provvidamente rimusicati tre significativi episodi (più l'innesto di Areknames in No U turn) della prima fase sperimentale sevetytwo/seventyfour. Sulle facciate pari, invece, una selezione di recenti successi (con tanto di opinabile sovraesposizione de La voce del padrone), caratterizzata da quel vivido suono arena-pop fineottanta dal quale l'autore prenderà distanze siderali negli anni immediatamente successivi. Sintomaticamente prodromico, in questo senso, l'arrangiamento di Cuccurucucù privo, ma solo per metà, di sezione ritmica.
Sì però avrei fretta: Lettera al governatore della Libia / No U turn / Alexander platz