A perfect circle - Eat the elephant (2018)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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A perfect circle Eat the elephantIssued: 2018

Label: BMG

 

 

 

 

 

 

 

E' possibile che lo spleen gnolino-radioheadbanger addizionato di (sofficinissima) base dnb di Eat the elephant in apertura susciti eczemi e sensazioni simili all'idea di deglutire un calamaro vivo contenente un inchiosto coi colori sociali del Bologna, ma è altrettanto vero che la tettonica translazione degli A perfect circle nella direzione di certo alt-pop (patente, prego), destinata a concludersi fra diciannovemila anni e altri 4 album, fornisce interessanti spunti: l'alt-rock seger/iano di Delicious, il prog-pop contemporaneo di Disillusioned, la verve bittersweet di So long and thanks for all the fish collocabile tra l'Eric Woolfson ipotricotico di Freudiana e il David Bowie ipercondriaco di Never let me down, l'ipnosi nine-inch-industriale della conclusiva Get the lead out, o ancora certe attitudini cure/ative con ineffabile intro arambì in By and down the river. Altrove fa bella mostra di sè certo goth-pop perfect/circolare enfio (nel pathos quasi-nu iron/maideniano di The doomed e onnidirezionale (nelle dissipanti orchestrazioni di The contrarian) come mai prima d'ora. Un album decisamente inferiore ai quattordici anni di aspettative. In copertina (nell'edizione limitata con vinile bianco) Zio Maynardone ostenta una (sempre) mal celata somiglianza somatica con Fester Addams.

 

Sì però avrei fretta: So long and thanks for all the shoes / Talk talk