Jaga jazzist - Starfire (2015)
Label: Jaga jazzist
Issued: 2015
Lars Horntveth a trentatré anni si trasferisce da Tønsberg alla California e scopre l'esistenza di un corpo astrale chiamato Sole e di un oggetto optoriflettente che prende il nome di bikini. Mette insieme così un album sorprendemente cyber-pop, tunzettoso e tremendamente scivoloso per via dei continui rovesci di tastierismo-laser. Immaginate sonorità post-prog, magari addizionate di tastierette vintage alla Jarre inizio ottanta (Starfire). Oppure immaginatevi, se ci riuscite, una specie di intersezione tra Klaus Schulze, dei Motorpsycho muniti escusivamente di tastiere e la sveglia del blackberry (la riuscita Shinkansen), o ancora degli Ozric tentacles acustici capitati a una grigliata di bifolchi dell'Arkansas (Black city music), o dei Kraftwerk ormai ottuagenari dispersi nella giungla indiana dopo aver trangugiato un bhang lassi bello potente (Prungen). Ascoltate questo album mentre cercate di scacciare dalla vostra testa l'immagine di Kenneth Kapstad che prende a testate una Roland sbraitando "'Sto cazzo di rullante non funziona, Odino frocio!"
Sì però avrei fretta: Ninja tune