Delirium - Lo scemo e il villaggio (1972)

Postato in Let It Bleed

Scritto da: Alberto Calorosi

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delirium lo scemo e il villaggioLabel: Fonit

Issued: 1972

 

 

 

 

 

 

Rispetto all'esordio, un album marcatamente progressive in termini di consapevolezza e nitore dei riferimenti. Sfuriate strumentali avidamente J-tulliane (Villaggio) e lizard-prog di matrice Crimsoniana (una comunque accessibile Culto disarmonico, lo scream-sax dell'interessante ma sbilanciata Gioia, disordine, risentimento, con tanto di finale à-la Come in number 51, your time is up) e poi ancora i Genesis-di-Nursery-cryme, almeno per quanto riguarda certi usi estensivi di mellotron (il finale di Dimensione uomo) e caserecci melodismi RPI almeno nell'incipit di Sogno e in Tremori antichi. La mia pazzia è una sorta di amuleto-Jesahel più giocosa e meno mistica (più precisamente affatto mistica). Nell'elementare metafora, il villaggio sarebbe l'intera comunità mondiale e lo scemo l'autore medesimo, costretto a cavarsela "in questo mondo di carta dove vive il disprezzo che rincorre la morte". Ecco, diciamo che se al termine del disco ancora non individuate elementi chiari per rimpiangere la dipartita di Fossati, allora un approfondimento delle liriche potrebbe senz'altro dare una mano.

 

Sì però avrei fretta: Dimensione uomo / Culto disarmonico