VERILY SO - ISLANDS
Autore: Franco Perona
V4V-
Cold Hours non si allontana dalle scene del primo brano, la chitarra graffia all’inizio, la voce non domina un testo molto interessante, con un “the world tear us apart” che ci porta inevitabilmente a sentire una forte nostalgia per “love will tear us apart” degli indimenticabili Joy Division, seppure con ritmi e sonorità diverse. Forse una lavoro diverso in studio sulla voce poteva dare a questo brano la “ svolta” che si aspetta l’ascoltatore.
Mi sono divertito ad ascoltare più volte Never Come Back, mi piace il suo inizio acustico, mi piace la voce, anzi le voci con progressione basata su un testo vagamente “low rock” intriso di nuove attese come dice il pregevole spunto “ Draw a house somewhere, open up the door, get out from there. Once removed the door, draw something new, draw more”, ben ritmato, con un groove semplice ed efficace che progredisce verso una interessante crescendo del brano.
Speravo che Sudden Death ci portasse ad una crescita ritmica e ad un carattere che invece si stempera in una ballad che sa di già visto… morte, fiume, sussurri, pioggia. Un brano di buona fattura che non aggiunge molto al percorso di Islands.
Nel mio concepire un discorso musicale è forse più un brano di chiusura dell’album. Invece la svolta ritmica e piacevole arriva con Ode to the Night, tesa e ritmata da un bel duo chitarra, batteria e con un basso essenziale che sostiene bene la voce, che nuovamente sembra un pò troppo “ lontana”.
Nothing in the Middle ci riporta in un quattro quarti classico un pò troppo scontato, come se la paura di sbagliare facesse scegliere ad artisti e produttore una condotta di attesa; una sorta di lato B (in senso musicale) da 45 giri e Verily So ha doti che non richiedono queste pause, seppure il brano scorra senza particolari incertezze.
Islands è il momento che aspettavo (in verità già in Ode to the Night avevo molte attese) ma mi riporta ad un Concerto al Teatro (ex) Smeraldo a Milano, dove un grande artista italiano disse che in fondo le sue storie erano molto simili, tristezza, grigiore, lei arriva, piange e lui canta di un ritorno che è un addio e che ci porta a “Non ho mai cambiato il mio vestito, dal momento che te ne sei andata via...”.
