The Reputation - S/T
(when i was young and ugly- raccolta stroncature dal 2001 al 2003, pt.15)
(Initial, 2002)
Parte bene l’album del nuovo gruppo, con sede a Chicago, di Elisabeth Elmore, tipino tutto pepe già attiva nella scena indie-pop-punk americana a fine anni novanta con i Sarge, band che aveva avuto una discreta attenzione su alcune riviste musicali (in primis Rolling Stone). Terminata quell’avventura nel dicembre del '99, la Elmore si butta sui libri nella North Western Law School: vorrà farsi una nuova reputazione? Detto, fatto: il primo disco dei The Reputation (scusate lo sfigatissimo gioco di parole) brucia tutte le tappe in velocità. Perlomeno nei primi brani: un concentrato di power pop con chitarre potentissime che, soprattutto in Misery By Design e Stars Amateur Hour, non lasciano tregua. Un netto contrasto rispetto alla voce tipicamente pop della singer, che comunque riesce a dominare le canzoni con un certo stile. Poi, a ben vedere, nonostante sia cresciuta ascoltando certo pop anni ottanta (Madonna, Cindy Lauper) proprio un angelo Elisabeth non sembra, almeno per i testi al vetriolo qui contenuti, che nascondono sì insoddisfazioni difficili da scacciare, ma allo stesso tempo nuove consapevolezze (“…I can’t feel that sorry for any guy who’d call me a slut” in Misery By Design e “I would leave this town tonight if i could think where to go” in This Town). Peccato che la seconda parte dell’album deluda un pochino, appiattendosi su un sound più mainstream e anonimo, dalla (ehm) Dawson'sCreekiana Alaskan alla mezza lagna di Almost Blue (ok, è una cover di Elvis Costello, ma qui dentro stona). Insomma, un finale interessante e stimolante come una puntata di Verissimo. Da segnalare comunque le apparizioni di Jay Bennet (Wilco), Josh Berman e Fred Erskine (Him).