All The Young - Welcome Home

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Scritto da: Ricky

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All The Young Welcome Home14th Floor Records, 2012

 Voto: 6/10

 

 

GENERE: british-rock.

PROTAGONISTI: i fratelli Dooley sono l’asse portante del gruppo, che si presente nella classica formazione a quattro: Ryan Dooley (voce), David Cartwright (chitarra), Jack Dooley (basso), Will Heaney (batteria).

SEGNI PARTICOLARI: gli All The Young sono la naturale evoluzione di un gruppo precedente, i New Education, attivi nel biennio 2008-2009. In pratica, restando invariato il genere musicale, hanno cambiato il nome, cambiato look (via gli occhiali e andazzo da nerd e avanti con giacca, camicia e cravatta), cambiato batterista ma hanno ben pensato di non buttare alle ortiche il materiale sonoro precedente, così un terzo del disco era già bello che pronto. Morrissey pare avere una stravagante e discreta cotta per loro, avendoli voluti pure in tour.

INGREDIENTI: la ricetta degli All The Young è decisamente semplice. Vai a vedere le loro facce all’interno del booklet e sono li tutti seri e imbronciati, poi ascolti l’album e ti fanno quasi tenerezza nel riproporre con tenacia e dedizione un suono decisamente metà anni ‘90. Verrebbe quasi da dire fuori tempo massimo, ma il fatto che in questo sound vi si gettino a capofitto e in modo così ingenuo ce li rende anche simpatici. L’idea è proprio quella di 4 scolaretti che non sono certo i primi della classe, ma che ce la mettono tutta per seguire i loro modelli di riferimento. Tanto per capirsi, anche se loro citano gente come Smiths, Cure e Stone Roses, la verità è che nel diario svettano le foto dei Clash e di Noel. Alla fine ci si ritrova con degli onesti cloni dei Northern Uproar, che giocano con epicità ed eroismo di seconda mano, ma che ogni tanto debordano, soprattutto quando il ritmo rallenta, nel più classico “Noel rock” che durante il brit-pop aveva fatto non pochi proseliti.

DENSITÀ DI QUALITÀ: la prima cosa che ho pensato guardando la scaletta è stata che le sapevo praticamente tutte. Non solo sono stati ripresi i pezzi dei New Education, opportunamente risuonati e resi più carichi ovviamente, ma anche far uscire ben tre singoli prima dell’album e inserirli tutti mi pare quantomeno poco rispettoso verso l’acquirente. Ma poi penso che non tutti sono malati come il sottoscritto, che si attrezza per riempirsi la casa di 7”, per cui immagino che la cosa sia stata anche gradita da chi di solito non acquista il formato più piccolo, che prepara l’uscita di un disco. Non manca la buona volontà, la capacità di creare ritornelli immediati, la chitarra rumorosa che disegna trame solide e piacevoli, i cori puntuali, la produzione adatta al genere che mette in risalto un batterista che si danna a picchiare anche più del dovuto. Insomma già al 3-4 pezzo hai già presente come e dove si andrà a finire. Nulla di nuovo sotto il sole in pezzi come ‘The First Time’ o ‘Quiet Night In’, ma la garanzia di 4 minuti di piacevole e ben suonato guitar rock, mentre le più cadenzate ‘Chase’ e ‘The Horizon’ esemplificano il mio discorso sui rimandi agli Oasis (quelli del secondo e terzo disco) in veste decisamente lineare. In ‘New Education’ compare anche una chitarra acustica e direi che ci sta bene, giusto per variare un po’ l’andazzo. I sei minuti di ‘Welcome Home’ alzano il tiro sonico nei minuti finali, chiudendo a ritmi sostenuti un disco che tutto sommato raggiunge la sufficienza, ma oltre non può andare, anche se la “limited edition” dell’album con edizione cartonata rigida a mo’ di libro meriterebbe un mezzo punto di riconoscenza!

VELOCITÀ: sostenuta e pimpante.

IL TESTO: “Thank you for coming / Thank you for your time and / Thank you for listening to me”, dal singolo ‘The First Time’.

LA DICHIARAZIONE: il bassista Jack Dooley, nell’intervista rilasciata a 'Indie-Rock.it', nel settembre del 2011: “Siamo carichi ed energici, ma abbiamo grande attenzione per la melodia e per i suoni che arrivano diretti alle orecchie e si fanno riconoscere subito”.

IL SITO: 'Alltheyoung.co.uk'.

 

Recensione co-pubblicata su indie-rock.it