USA 2005

E' la storia di Nick, portavoce della Big Tobacco, che per lavoro deve convincere le persone che il fumare sigarette è giusto oltre che piacevole.

In questi anni il cinema americano sta combattendo una vera lotta contro il fumo, e infatti nella stramaggioranza dei film non si vede più un attore con la sigaretta tra le labbra (come sono lontani i tempi di Humphrey Bogart...); questo film ci fa vedere il potere condizionante del cinema nello spettatore: infatti per aumentare la vendita di tabacco Nick cerca di corrompere produttori hollywoodiani per far fumare i protagonisti nei propri film. In un certo senso è un film controcorrente in questo periodo di crociate, soprattutto in America, al fumo e alle mode e alle politiche salutiste che stanno andando per la maggiore. Però non è assolutamente una pellicola pro-sigarette come molti critici hanno detto, anzi il risultato complessivo è di un prodotto politicamente corretto che si schiera apertamente contro le sigarette.

Inizialmente il film ci dà una visione diversa dell'America, molto meno buonista rispetto a quello che siamo abituati a vedere nei film; però nel finale si scade con la solita retorica moraleggiante delle pellicole americane, dove un uomo comune diventa un personaggio e in un certo senso i mass-media lo rendono un eroe, un esempio. Film decisamente inutile che non lascia nulla se non il rimpianto di non aver visto un qualcosa che almeno faccia discutere, che crei qualche spunto di riflessione. Unico spunto positivo è che il cittadino medio ne esce molto male, come una pecorella che viene burattinata dalla pubblicità. Apprezzabile per l'idea originale, ma la sceneggiatura non è all'altezza. Il film risulta lento, poco incisivo, banale e non riuscito. Classico esempio di pellicola che deve il proprio successo al botteghino ad una massiccia campagna pubblicitaria.

La regia non brilla ma non è neppure da dimenticare. Il montaggio ha lo stampo documentaristico. Discrete le interpretazioni degli attori, soprattutto del protagonista.