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Stalag 17

Scritto da: AlterEgo

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Stalag 17 è un film del 1953 nel filone “prigionieri di guerra”, genere che ebbe una certa rilevanza dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Racconta la storia di un gruppo di avieri americani trattenuto in un campo di prigionia nazista vicino al Danubio verso la fine della guerra. Il film è la trasposizione cinematografica di una commedia di successo a Broadway i cui due autori furono veramente, negli anni precedenti, prigionieri di guerra dei nazisti.
La trama viene raccontata da un “narratore” che è sia protagonista che voce fuori campo.
La storia inizia nella “notte più lunga” dell’anno 1944 in cui due prigionieri, Johnson e Manfredi, tentano la fuga con  la classica tecnica del tunnel ma vengono subito scoperti e uccisi.
Questo induce gli ospiti della Baracca 4, attorno alle cui vicende si dipana la trama, a sospettare che tra di loro vi sia un traditore.
Per gli amanti del giallo il film può essere avvincente perché in effetti la ricerca dell’ informatore degli aguzzini costruisce il “Fil Rouge” dell’ intrigo.
Il carattere principale è quello di Sefton, un cinico e beffardo sergente, che per la sua spavalderia è inviso a molti nella baracca fino ad essere sospettato di essere lui il traditore.
Per questo ruolo William Holden vinse l’Oscar come attore protagonista.
Il regista tedesco della pellicola, Billy Wilder, ebbe una nomination. All’amico regista austriaco (ed ebreo)  Otto Preminger fu affidato  il ruolo del cattivo comandante tedesco del campo Stalag 17.
Accanto a La grande fuga e Il ponte sul fiume Kwai questo film è considerato uno dei migliori del suo genere e la patina del tempo unita al bianco e nero gli forniscono una sfumatura quasi romantica e “natalizia”. A dispetto del tema allora, nel secondo dopoguerra, e tuttora drammatico dei “prigionieri di guerra”.