Recensioni

L'Arco

Scritto da: D.D.

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Kor 2005

Dodicesimo film di Kim Ki-duk nel quale un vecchio e una ragazza, che "diventerà donna" nel finale, vivono su una barca in mezzo al mare.

Film molto silenzioso dove a "parlare" sono le belle immagini e i rumori, come nel precedente capolavoro del regista Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera. Le parole non servono a comunicare, spesso i gesti molto caricati di valore simbolico valgono di più e sono molto più esplicativi e comunicativi di tanti dialoghi. Un semplicissimo, quotidiano e magari banale gesto viene caricato dal regista coreano di una forte carica simbolica. Nel film troviamo una fitta simbologia che purtroppo noi occidentali possiamo capire solo in parte, come per esempio la saggezza del vecchio che è denotata dai suoi costanti silenzi, dalla precisione e ritualità che accompagna ogni sua azione e, non ultimo, dal suo fumare la pipa...

Molteplici risultano le funzioni dell'arco: dalla previsione del futuro al suo utilizzo come strumento musicale e anche, chiaramente, come vera e propria arma. Molto intensa ed emozionante è la scena che doveva essere quella della partenza dei due giovani e l'addio tra la giovane e il vecchio. Il finale è molto simbolico e surreale al tempo stesso. Il tema portante della cinematografia di Kim Ki-duk è la solitudine umana e l'isolamento dell'uomo come via di fuga dalla frenesia del mondo contemporaneo e delle cose superflue che questo crea (vedi la scena dove il vecchio toglie le cuffie dell'i-pod alla ragazza), e anche questo film ne è un chiaro esempio. La fotografia, come di norma, è sugli scudi e di grande maestria poetica: un esempio può essere l'incontro tra i due ragazzi che avviene sotto la neve. L'interpretazione degli attori, soprattutto la ragazza, è molto espressiva. Film molto bello, delicato e poetico come del resto lo è la regia.

"L'energia ed il suono meraviglioso come nel tendersi di un arco. Voglio vivere così fino alla fine dei miei giorni. " è la scritta che appare sullo schermo, chiave di lettura con cui termina il film, con la quale il regista offre la possibilità di un' interpretazione, di un senso.