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Ghost in the Shell - Standalone Complex

Scritto da: AlterEgo

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Ghost in the Shell - Standalone Complex è una serie di cartoni animati giapponese, uscita nel  2002, basata sul manga dal medesimo titolo dell’autore Shiro Masamure da cui  nel ’95 fu anche  tratto il film di Mamoru Oshii pure chiamato Ghost in the Shell.
Racconta di un universo futuristico in cui esistono automi antropomorfi o cyborg e in cui anche tra gli uomini in carne ed ossa vi è l’abitudine alla sostituzione di pezzi di corpo naturali con parti biomeccaniche che forniscono prestazioni fisiche superiori.
Questa serie in 26 puntate è strutturata come un  poliziesco che narra le vicende della Sezione 9 del Ministero degli Affari Interni a New Port, una immaginaria città giapponese del 2030.
La vicenda della Sezione 9 ruota attorno al personaggio del “Maggiore” un cyborg donna che ha il ruolo principale nell’universo Ghost in the Shell.
La squadra investigativa ha un “capo”, Aramani, e alcuni elementi quali Bateau, secondo in grado per le operazioni sul campo dopo il maggiore, Ishikawa e Togusa, quest'ultimo uno dei pochi totalmente umani. Oltre a questi ci sono vari altri componenti della Sezione 9 che compaiono più o meno abitualmente negli episodi.
Molto apprezzabile, tipicamente nipponica, la costruzione di un mondo futuristico credibile il quale rende ancora più intrigante la narrazione.
Di livello la colonna sonora composta da Yoko Kanno.
Questa opera si distingue, a mio modesto avviso, per l’alta qualità del disegno e dell’animazione davvero al top della produzione giapponese in serie.
Ma ancora più sorprendente si rivela l’approccio filosofico-psicologico immedesimato in un’ambientazione fantascientifica che talvolta lascia stupefatti.
In effetti, il cartone sembrerebbe “per adulti” in quanto alle trame con intrecci sociologici e morali talvolta complessi tali da richiedere notevole attenzione da parte dello spettatore.
Ghost in the Shell - Standalone Complex è una delle migliori serie animate degli ultimi anni che solletica l'interesse degli “otaku”  cioè gli appassionati di manga e cartoni “made in Japan”.