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Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Scritto da: D.D.

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USA 2003

La vita di un uomo sul punto di morte raccontata tra verità e finzione è la trama del capolavoro di Burton.

E' il film più reale e meno fiabesco del regista, e per questo forse il più bello. Film che ricorda o almeno prende spunto da Freaks di Browning. E' molto felliniano: basta vedere il tema del circo che ricorre per tutto il film, il clown bianco oppure la galleria di personaggi e situazioni surreali, o la locandina (che può ricordare l'albero di Amarcord dove lo zio grida: "VOGLIO UNA DONNA") e anche la scena finale che può essere un omaggio al carosello finale di 8 ½ (ma anche "zavattiniano" in Miracolo a Milano e Giudizio universale, dove lo scrittore di Luzzara ha curato la sceneggiatura per De Sica). I personaggi che accompagnano la vita di Edward Bloom, quindi di contorno, sono meravigliosi come gli attori che li interpretano: Buscemi (il poeta), De Vito (il direttore del circo) su tutti.
l regista riesce molto bene, in modo delicato e non forzato, attraverso metafore e simboli a parlare del senso della vita e della morte, temi molto inflazionati e difficili da sviluppare. A differenza di molti altri film riesce ad analizzare il rapporto padre-figlio in maniera molto umana e mai banale, anche grazie ai due attori che non sono mai "sopra la parte".

Questo film è uno dei pochi casi cinematografici dove l'immagine filmica supera di gran lunga il libro da cui è tratto (Big Fish di Daniel Fallace) e il potere dell'immaginazione è molto maggiore: si è più portati a fantasticare sulla deliziosa favola. E' certamente un film da vedere e rivedere -come tutti i bei film- possibilmente al cinema, dove la successiva visione è sempre migliore lasciando sempre qualcosa di più rispetto alla precedente.