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La passione di Cristo

Scritto da: D.D.

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U.S.A. 2004


Mel Gibson ripercorre le ultime ore 12 ore della vita di Gesù il Nazareno. Il film è sottotitolato dove i protagonisti parlano in aramaico e in latino. È stato girato tra Matera e Cinecittà e nel cast figurano molti attori italiani: Gerini (Moglie di Ponzio Pilato), Rubini (il ladrone buono), Bellucci (Maddalena), Rosita Cementano (Satana).

La didascalia iniziale riporta una frase del capitolo 53 del libro di Isaia, datato circa 700 a.C. e presente nell’Antico Testamento: “Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per nostre iniquità; per le sue piaghe noi siamo stati guariti”. Fin dalle prime immagini il film trasuda odio, errore tipico di un fondamentalista religioso quale è il regista; anche il Cristo ha espressioni d’odio - vedi quando guarda Pietro dopo che quest’ultimo l’ha rinnegato la terza volta. L’opera di Gibson è eccessivamente greve e marcata è la recitazione di tutto il cast di attori. Tutto sommato il film è ben fatto, nonostante le tante imperfezioni, oltre che assolutamente importante visto il caos mediatico che ha suscitato in tutto il mondo e di conseguenza il notevole successo al botteghino.

Opera dalle tematiche inevitabilmente forti che nel complesso si può vedere, soprattutto per farsi un’ idea personale; seppur con qualche merito sono troppe le cadute di stile e le forzature. La prima parte dove il Cristo viene catturato e processato è nettamente superiore alla seconda dove viene flagellato e crocefisso. Il sangue scorre a fiumi, il regista poteva almeno risparmiare al pubblico alcune immagini veramente crude ed enfatizzare meno la scena della crocefissione. L’ultima sequenza è scontata oltre che proprio brutta e cinematograficamente sgradevole e quindi doveva essere omessa. Specialmente nella sequenza iniziale all’orto dei Getzemani (la parte migliore del film) il regista si attiene molto fedelmente ai vangeli.

I continui flashback sulla vita di Cristo sono inutili per la narrazione e danno l’impressione d’indottrinamento appesantendo ulteriormente la pellicola. Film di propaganda religiosa che non può essere paragonato alla poeticità laica di Pasolini in quel capolavoro che è Il vangelo secondo Matteo. In Italia, unico paese al mondo, è uscito senza divieti ai minori… (e qualcuno continua a sostenere la laicità dello stato italiota!). La mano sul martello che inchioda Cristo alla croce è del regista che dichiara a proposito: “con quell’immagine intendevo dire che io sono colpevole per la sua morte…. La mia mano è la mano di tutti”.