Recensioni

L'aria salata

Scritto da: D.D.

Questo utente ha pubblicato 302 articoli.

Ita 2006

Opera prima del giovane e promettente Angelini che ha avuto un discreto successo alla prima Festa Roma. Il film parla di un giovane educatore che lavora in carcere e che incontra il padre carcerato che non vedeva da vent'anni.
Discreto film che nasce dall'ottima ed originale idea di narrare le vicissitudini di un educatore e della sua realtà lavorativa, in questo caso all'interno di una struttura carceraria. La pellicola è molto diretta, immediata, non inciampa in inutili divagazioni, anche per la sua esigua durata. Il film si lascia guardare molto bene, per fare un paragone enologo si può dire che è di facile mescita, beverino ma gradevole al palato. Al suo interno è presente lo scontro generazionale tra un padre e un figlio che porterà i due personaggi a scambiarsi i ruoli convenzionali: il figlio si comporterà da padre con il genitore e il padre reciterà il ruolo del figlio bisognoso di attenzioni e d'aiuto.
La regia di Angelini è buona, molto lineare e promettente, vista la giovane età del regista; però il giovane cineasta purtroppo si limita ad eseguire il proprio "compitino", dirige con il freno a mano tirato, sembra che abbia paura di sbagliare e per questo non voglia personalizzare troppo la sua regia. Il finale è bello e non scontato: il regista molto pessimisticamente non lascia intravedere speranze. Il difetto di questo film è che a tratti risulta poco vero e un po' forzato, comunque nel suo complesso "ha un senso" ed è più che meritevole di una visione.
Come di consuetudine risulta molto brava, naturale e credibile la Cescon, la migliore giovane attrice italiana, che torna sul grande schermo dopo il sublime monologo teatrale nel bellissimo Giulietta, tratto dal film felliniano Giulietta degli spiriti. Anche Pasotti, nei panni del giovane protagonista, dimostra la sua bravura anche se in questa occasione non riesce a "lasciarsi andare" e la sua interpretazione rimane un po' troppo legata. Invece è molto bravo Colangeli nel ruolo del disorientato padre carcerato. Film molto incoraggiante per la cinematografia italiana che si dimostra in netta ripresa rispetto alla mediocrità del decennio passato.