Recensioni

Il Caimano

Scritto da: D.D.

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Ita 2006

Film di Moretti importante, che verrà apprezzato appieno con il passare degli anni, sia cinematograficamente che socialmente. E' la storia di un regista sull'orlo del fallimento privato oltre che lavorativo, che decide di fare un film su Berlusconi.

Credo che in futuro verrà molto apprezzato per la sua forte carica sociale e politica. E' uno dei pochi film che è lo specchio della mediocrità e pochezza della nostra società, visto che racconta come si è ridotta la nostra italietta e noi italioti. Pellicola assolutamente morettiana dove i personaggi parlano e si comportano come Moretti stesso (su tutti il bambino di nove anni "in ansia" per il giudizio della maestra nella correzione dei compiti a casa). Un buon film, ma con "troppa carne al fuoco": il regista vuole dire troppe cose e le accenna senza analizzarle in profondità; forse perchè, non interpretando il protagonista, non riesce a "dirle" con i suoi consueti monologhi tra il serio e il faceto.

Film assolutamente politico. Si apre con Virzì (noto regista schierato politicamente a sinistra) che interpreta in un film la parte di un attivista anarchico... E' chiaramente un film contro Berlusconi e il "berluconismo" dilagante. Moretti fa dire a se stesso che Berlusconi, a prescindere dall'esito delle imminenti elezioni, ha già vinto perchè in questi ultimi vent'anni ha cambiato la testa degli italiani grazie al suo monopolio mediatico. Affermazione che ritengo esatta visto che credo nel potere della tv (purtroppo) nell' educare e plasmare le persone. Il finale è molto inquietante e si è dimostrato profetico (Berlusconi infatti non ha accettato e riconosciuto la sconfitta alle elezioni). Nel finale si accenna al fatto che il "fu-premier" ha portato e sta portando, con i suoi toni sempre troppo alti e accesi, una divisione dell'Italia e un pericoloso odio di classe. Molto chiaro è il riferimento a Montanelli (il più grande e libero giornalista italiano) che si oppone al volere dell'editore-padrone, spiegando come la decisione di scendere in politica sia stata vincolata unicamente alla difesa da un'imminente bancarotta e dal concreto rischio di finire in prigione per i tanti illeciti commessi. Questo film non parla solo di Berlusconi e del "berlusconismo", ma all'interno si trova una storia ben strutturata. Gli attori sono bravi e ben diretti durante le riprese; curioso il fatto che il regista li abbia impegnati per iscritto a non divulgare nessuna notizia sul film. Questa decisione nasce dal desiderio, che condivido, di tenere lo spettatore all'oscuro sul film per permettere un maggior godimento dello spettacolo filmico. Silvio Orlando nel primo tempo recita "alla Moretti", facendolo chiaramente rimpiangere, mentre nel secondo riesce a far suo il personaggio risultando molto efficace; Placido è molto bravo nel ruolo dell'attore ossessionato da Gianmaria (Volonté). Film pre-elettorale che ha avuto incassi altissimi per l'inevitabile tam-tam mediatico.