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La lunga notte del '43

Scritto da: D.D.

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Ita 1960

Opera prima del regista Florestano Vancini che cura la sceneggiatura con De Concini e Pisolini. Tratto dal racconto di Bassani Una lunga notte del '43. Dopo l'8 settembre la città di Ferrara, come tutta la nazione, è nel caos e il partito fascista è diviso in due fazioni; come al solito a rimetterci saranno i cittadini... Narra di un dramma all'interno di un dramma...

Film molto legato ad Ossessione e al neorealismo: ambientato in una Ferrara la cui campagna è la stessa del film viscontiano, il piano sequenza che precede l'uccisione del console (lui che viaggia in macchina) si ispira all'incipit di Ossessione; altre somiglianze sono sicuramente l'anno in cui è ambientato e anche il tradimento coniugale da parte della protagonista. Critica la cinematografia vuota e falsa del periodo fascista che imponeva solo films (anzi filmi...) di propaganda o stupide commediole per non far pensare il pubblico, per lobotomizzarlo; lo si può vedere molto bene dal fatto che Anna vada al cinema a vedere Violette nei capelli, un tipico film italiano all'ungherese, definito dei "telefoni bianchi", nel quale si narra la spensieratezza giovanile.

Questo buon film ci mostra la bellezza esagerata ed elegante della protagonista (Belinda Lee) e, purtroppo, anche la sua recitazione troppo marcata, scolastica, senza naturalezza e troppo melodrammatica. Il personaggio di Pino, interpretato da Enrico Maria Salerno sugli scudi, ricorda il personaggio interpretato da Stewart ne La finestra sul cortile di Hitchcock. Il regista racconta con discreta veridicità la società borghese e benestante durante il periodo di guerra.

Alcuni momenti del film sono molto interessanti anche se nella sua interezza il film non riesce a "spiccare il volo", risulta un bel film ma incompiuto, mancante di quel qualcosa in più. Bello il finale molto amaro. La notte in cui si svolge l'esecuzione è il 15/12/1943.

Questo omaggio al cinema vince il premio miglior opera prima a Venezia.