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Il Caso Moro

Scritto da: D.D.

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Ita 1986

Il regista Giuseppe Ferrara analizza il rapimento, la prigionia e l'uccisione da parte delle Brigate Rosse di Aldo Moro, Primo Ministro italiano nel 1978.
Tipico prodotto della mediocre cinematografia e società italiana degli anni '80. E' un Bignami di questo fatto di cronaca molto importante, anzi fondamentale, per la politica e la società italiana, con la parte conclusiva che dà una versione del rapimento un po' di parte, la interpreta in modo un po' confusionario insinuando, invece di affermare, molte collusioni con la classe politica del paese. Nella sua interezza la pellicola non riesce a focalizzare, analizzare e centrare l'argomento; si sofferma inutilmente su troppe cose: la famiglia ed i suoi risvolti pseudo-psicologici, la derisione molto dozzinale delle forze dell'ordine (esempio principe è la ricerca del cadavere in un lago ghiacciato da quattro mesi e raggiungibile solo per mezzo di elicotteri), l'accenno del tutto forzato alla loggia massonica della P2. Il tema che il regista Ferrara sviluppa non è per nulla facile, anche se bisogna dire che Bellocchio nel suo Buongiorno, Notte riesce molto bene nell'impresa realizzando un bel film focalizzando la sua attenzione sull'analisi dei brigatisti e la loro condizione di individui. Film molto lontano dalla cronaca, oserei dire, giornalistica e dai film-inchiesta/film-indagine del grande Francesco Rosi. Cavalca l'onda del successo televisivo, la ricorda e forse ne prende spunto, della serie La Piovra del 1984 (i primi due episodi diretti rispettivamente da Damiani e Vancini non sono niente male, anzi...) non riuscendo a raggiungere la sua "completezza filmica". La colonna sonora è brutta e cerca di scimmiottare quella di Morricone de La Piovra.

Gli attori, alcuni pessimi, sono eclissati dalla bravura e dall'impatto scenico di Volonté. Film da vedere unicamente per l'interpretazione di Volonté, assolutamente mattatore, genio ed istrione, anche se qui non tocca il punto più alto della sua straordinaria carriera.