Alice in Wonderland
Usa, 2010
E così alla fine non ho resistito e dopo una settimana abbondante dall’uscita nelle sale cinematografiche eccomi presente per la visione del nuovo fenomeno in 3D: Alice nel Paese delle Meraviglie.
Ogni tanto mi concedo qualche blockbuster ed allora, perché non fidarsi di quel geniaccio ribelle di Tim Burton?
D’altronde ho visto (e apprezzato) praticamente tutta la sua filmografia e che senso avrebbe fare gli snob davanti a cotanta magnificenza tecnologica?
Con biglietti prenotati qualche giorno prima, la curiosità mi ha assalito, anche se un mio collega educatore col pallino del cinema e regista di cortometraggi in erba, pur essendo un burtoniano convinto, mi aveva anticipato che il film lo aveva deluso un bel po’.
Sinceramente non ho dato molto peso alle sue parole e già mi immaginavo immerso nel “paese delle meraviglie”, io e la mia ragazza ad inseguire Alice e attenti a non farci colpire da qualche scheggia virtuale.
All’uscita della sala, due ore dopo circa, capii il senso delle parole del buon Giovanni: è un film di Tim Burton ma manca la sua anima.
Per chi ha adorato il personaggio tristemente diverso di Edward Mani di Forbice, divenuto negli anni una vera icona dark, chi si è strabiliato dinnanzi agli arzigogoli musicali di Nightmare Before Christmas (laddove dietro c’era tutto il genio del regista, anche se poi lasciò il progetto ad un amico), per chi ha sognato con Big Fish ed è rimasto incantato da La sposa cadavere e dalla moderna rilettura della Fabbrica di Cioccolato, non può non notare che stavolta Burton si è “limitato” a sfruttare al massimo i fondi senza fine di casa Disney (a proposito, detta tra noi, non mi convince questo riavvicinamento alla casa madre) ma in fase di storia ci ha messo poco di suo.
È notevole, e non poteva essere altrimenti, il dispiego di effetti speciali da far girare la testa (e infatti è giunto provvidenziale l’intervallo a ristabilirmi), ma chi si aspettava un Burton sbizzarrirsi con tutti questi personaggi strani, di cui la popolare favola è gremita, chi credeva che questo film sarebbe stato per lui un tripudio di fantasia, uno sciorinare di sorprese sbalorditive è rimasto con l’amaro in bocca.
Burton sembra aver creato ciò a cui i suoi produttori maggiormente ambivano: il prodotto perfetto, adatto agli amanti della tecnologia più spinta, agli adolescenti mai sazi di curiosità e novità e alle famiglie con al seguito figlioletti che difficilmente verranno turbati dalla visione di un Johnny Depp sicuramente in tono minore rispetto ad altri stupefacenti ruoli del passato (anche condivisi con lo stesso regista).
Insomma, non un film disney classico, ma nemmeno così rischioso nell’azzardare scelte un po’ coraggiose e freak, magari fuori da certi schemi.
Poi c’è l’aspetto della visione in 3D e qui si apre una parentesi importante, nel senso che è innegabile che si tratta di una funzione che riguarderà il futuro di tutti i film di animazione (non a caso da qui alla fine dell’anno sono in uscita una decina di cartoni o documentari, tra i quali almeno “Oceani” vale davvero la pena di essere visto, che utilizzeranno questa tecnica)
Per me che sono un profano di effetti speciali e di macchine cinematografiche, l’utilizzo degli ormai famosi occhialini, è stata una rivelazione incredibile: stento ad immaginare dove la tecnologia potrà ancora spingersi in avanti.
Sembrava che i protagonisti, dalla giovane Alice alla perfida regina, interpretata con maestria dall’attrice, nonché compagna di Burton, Helena Bonham Carter, dal bianconiglio al cappellaio matto, uscissero dalla sala per sedersi vicini a te! La percezione ottica è alterata in modo inverosimile e di questo ne giova soprattutto la partecipazione dello spettatore, che diventa quasi attiva, per quanto virtuale.
Per quanto riguarda Tim Burton, si tratta sicuramente del suo prodotto con maggiorI incassi, campione assoluto di queste ultime settimane (anche se il record di presenze di Avatar sembra francamente irraggiungibile) ma per ciò che concerne l’originalità e la creatività più pura, forse occorrerà attendere un’altra prova.
Si vocifera dell’interessamento da parte del regista per un rifacimento, naturalmente in chiave gotica, della Famiglia Addams… chissà, potrebbe essere una buona idea!
Commenti
Poi sul 3D, beh, ora è la moda del momento, ma amio avviso c'è un perchè, che è l'unico plausibile. Il 3D è l'unica cosa che ti pò invogliare ad andare al cinema, preferendolo alla pirateria casalinga. Con il 3D il cinema sfrutta al 100% la sua magia, le sale, gli occhialini e offre qualcosa che a casa non puoi avere. Quindi il 3D a mio avviso è l'unico appiglio che al momento le case produttrici hanno per invogliare la gente ad andare in una sala e a non scaricare il film a casa. Io comunque non cedo....11 euro per un film sono decisamente troppi!!!
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