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Riunione di famiglia

Scritto da: D.D.

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Dan/Sve 2007

Un piccolo paesino scandinavo è in fermento per la visita di un famoso concittadino cantante d’opera; sarà anche il pretesto per un giovane cuoco, Sebastian, di conoscere una verità sconvolgente dalla propria madre.

Regia di Thomas Vinterberg, già compagno di Lars Von Trier, nel movimento degli anni ’90 Dogma e autore del buono ma imperfetto dramma Festen. Come nel precedente e nel complesso fortunato lavoro (Festen appunto), il regista ci mostra una famiglia non propriamente tipo e comune, decisamente particolare oltre che bizzarra. Questa volta però la famiglia in questione è vista in chiave “comica” e il cineasta è meno feroce oltre a non essere troppo irriverente e spietato. Nella trama, abbastanza articolata, trova spazio anche una vecchia fiamma del povero Sebastian che sconvolgerà ulteriormente la già complicata vita del giovane. Si può definire una commedia degli equivoci con qualche battuta ispirata oltre che gustosa e con un’ironia raffinata. Alcuni momenti e alcune situazioni sono tendenti al grottesco, come per esempio il complessino pseudo-gitano che ogni tanto appare in scena senza un motivo preciso.

Riusciti i personaggi, diretti con maestria e interpretati con notevole semplicità ma anche tanto realismo. caratteristiche che li rendono all’occhio dello spettatore credibili, con ciascuno le proprie situazioni problematiche e con piccole o grosse fragilità. Tra questi spicca la divertente madre di Sebastian e la sua compagna, la zia del figlio…. Il famoso cantante sulle prima sembra risultare inquietante nei suoi atteggiamenti divistici ma in realtà si dimostra fin troppo disponibile con il giovane Sebastian in grave difficoltà esistenziale. La pellicola si può definire riuscita, nonostante qualche buonismo di troppo, con il merito di non peccare, e sarebbe stato molto facile, di inutili e forzati moralismi. Veritieri e ben fatti i preparativi per la cena di gala che spicca anche per la lodevole “resa dei conti” tra Sebastian e….. Film positivo per la sua leggerezza, la grazia divertita (ma che comunque riesce a far riflettere) e le belle immagini che il regista ci regala.