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La Bestia nel cuore

Scritto da: D.D.

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Ita 2005

Dovrei cominciare queste mie poche righe con la trama del film, ma essendo troppo complessa ruberebbe spazio all'analisi. Basta sapere che il film ruota intorno ad un incesto.

Questo più che un film mi è parso un sunto di una fiction televisiva: in due ore succedono molte cose, troppe... con un susseguirsi di pseudo colpi di scena (lo stupro da parte del padre, il tradimento, la scoperta della gravidanza, l'amore saffico). Di conseguenza i personaggi non sono analizzati, anzi scadono nel bozzettismo. Una sceneggiatura del genere, paragonabile alle più bieche trasmissioni televisive pomeridiane o ai beceri reality show, dimostra la mediocrità di una certa cinematografia commerciale che vuole impressionare, stupire e commuovere il pubblico in modo dozzinale. Il successo al botteghino dimostra anche la superficialità della società italiota che vuole solo cronaca, e che non vuole riflettere (di conseguenza forse non ne è nemmeno capace...). Purtroppo sono finiti i tempi in cui le sceneggiature erano scritte da veri e propri letterati. I dialoghi servono solo a spiegare i troppi fatti che si susseguono, sono vuoti di contenuto, non ti fanno pensare, non cercano di analizzare i personaggi. Come sono lontani i tempi del cinema di Antonioni, dove contavano i particolari, le sfumature... ma vi ricordate i dialoghi de La notte?! Nonostante la discreta recitazione della Mezzogiorno e di Lo Cascio, questo film mi ha ricordato i drammoni di Matarazzo che ebbero un successo incredibile negli anni '50 e diedero vita al filone dei film del "Neorealismo rosa", detti anche "strappalacrime" (non sto a commentare l'inutilità di questi film - anche se in questi anni alcuni autorevoli critici li stanno rivalutando - dove la donna vive un dramma e, alla fine della pellicola, esce sempre vincitrice).

Candidato all'Oscar a differenza di Cachè e Match point, i due film più importanti dell'anno...