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Il segreto del Bosco Vecchio

Scritto da: D.D.

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Ita 1993

Un colonnello dopo aver ereditato una foresta chiamata Bosco Vecchio lascerà l’Arma e si dedicherà interamente ad esso; da subito i suoi progetti cozzeranno con quelli dei suoi abitanti, sia umani, che animali e vegetali….

Film diretto da Ermanno Olmi tratto da un racconto di un giovane Dino Buzzati (si chiude con una citazione di esso) e girato tra Auronzo, nelle zone dolomitiche, e il passo Tre Croci. Bella fiaba moderna sui tempi che cambiano, sull’inesorabile progresso che porta a sacrificare valori, modi di vivere e natura a vantaggio di interessi personali spesso in funzione del vil denaro. Come molte favole anche qui troviamo animali, insetti, alberi che parlano e dialogano tra di loro e con i protagonisti umani. Pellicola che ha il difetto di essere eccessivamente lunga, carente di ritmo a causa di scene che potevano tranquillamente essere omesse e che risente dell’eccessiva enfasi che il doppiaggio dà ai personaggi non umani.

Comunque nel complesso, nonostante l’imperfezione, questa favola fantastica è gustosa e si lascia guardare con piacere anche per l’amore per la natura che trasuda anche nei più piccoli dettagli delle sequenze. Le riprese durarono a lungo perché il regista filmò in tempo reale stagione per stagione, e infatti la fotografia ne giova e risulta più che apprezzabile. Il finale per certi versi è consono al film fiabesco e nonostante la conversione finale non si può di certo considerare un lieto fine. Da sottolineare la discreta interpretazione di Paolo Villaggio nei panni del protagonista, l’integerrimo colonnello in pensione. Nonostante sia stato molto criticato dalla critica e non ottenne successo al botteghino la pellicola è positiva e riuscita (anche se il regista ha creato di molto meglio nella sua buona carriera di cineasta).