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The Truman Show

Scritto da: AlterEgo

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Ci sono film che sono piacevoli a ricordarsi quanto ad essere rivisti.
Uno di questi, a mio avviso, è The Truman Show il cui protagonista è il bravo attore canadese Jim Carrey, per la prima volta in un ruolo drammatico che gli valse un Golden Globe. Una pellicola del 1998 diretta da Peter Weir e scritta da Andrew Niccol.
Racconta la storia di un cervellotico esperimento di “grande fratello” in cui il protagonista, Truman Burbank, è nato e vissuto dentro un gigantesco set cinematografico allestito allo scopo di trasmettere in diretta l’intera sua esistenza. Egli non si rende conto  di essere il protagonista di un ininterrotto reality televisivo trasmesso in tutto il mondo.
Finche un giorno, insospettito da alcuni avvenimenti, ha sentore di essere come un uccello in gabbia e tenta di evadere dalla sua “prigione” in cui è trattenuto anche con sotterfugi psicologici.
Il film riecheggia la nascente moda, al tempo della sua uscita, dei “reality” televisivi e nel frattempo offre una lettura filosofico-religiosa.
Sicché Cristof, l’ideatore del Truman Show e conduttore del suo immane set, viene dipinto come una sorta di Artefice onnipotente. Un Dio che dall’alto della sala di controllo situata all’interno di  una finta Luna, gestisce il destino del programma con quello di Truman modificando anche il tempo atmosferico. Ovvio non tanto l’accostamento non a Cristo, come il nome farebbe supporre, ma a Dio onnisciente fautore del destino umano. Oltre all’atteggiamento di Cristof, ben interpretato dall’ottimo Ed Harris, i riferimenti religiosi sono numerosi. Per esempio la barca con cui Truman tenta di scappare dall’isola-set televisivo si chiama Santa Maria, in riferimento alla Madonna “intercedente” oltre che alla più grande delle tre caravelle di Cristoforo Colombo verso la scoperta di un “nuovo mondo”.
Trovo che Truman Show sia veramente un film che porta subito il sorriso sulle labbra una volta che uno se lo fa venire in mente quando si ha voglia di guardare un film.