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Terra di mezzo

Scritto da: D.D.

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Ita 1997

Film in tre episodi.

Nel primo, Silhouette, sono ritratte tre prostitute africane; nel secondo, Euglen e Gertia, vengono narrate le vicende di lavoratori giornalieri albanesi arruolati da privati per lavoretti chiaramente in nero; in Self-Service un egiziano cerca di sbarcare il lunario lavorando abusivamente di notte a una pompa di benzina (funzionante appunto a self-service).

Opera prima di Garrone che troverà più fortuna, sia al botteghino che nella critica, con il bel film L'imbalsamatore. Il film è scritto, diretto e prodotto dal regista stesso. Il primo episodio nasce come un cortometraggio che vinse il Sacher Festival, ideato e presieduto da Nanni Moretti.

Tutti e tre gli episodi sono ambientati in una periferia-campagna romana abbastanza squallida e desolante. Film di forte impegno sociale: infatti sono racconti che parlano delle realtà di immigrati che cercano con fatica l'integrazione in una società che sembra faccia poco per accettarli e che anzi si limita allo sfruttamento. L'unione di questi tre episodi non è riuscita; presi singolarmente, però, sono apprezzabili, mentre uniti fanno risultare il film monotono, insipido e ripetitivo. Si passa da momenti che dovrebbero essere ironici ad altri che sono forzatamente malinconici; comunque riesce a dare qualche buono spunto di riflessione.

Silhouette è sicuramente il più riuscito ed è una cronaca quasi documentaristica, quasi fredda di giornate lavorative di queste tre capinere e dei loro variegati clienti. Il terzo capitolo è invece quello sicuramente meno riuscito, più sperimentale, con qualche sentore di surrealismo e meno documentaristico, elementi che non riescono ad amalgamarsi. I lavoratori-attori sono presi dalla strada, come nei bei tempi purtroppo andati del neorealismo, e interpretano loro stessi.

Nonostante non sia un bel film si possono intravedere le doti e la bravura del regista.