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Sorrisi di una notte d’estate

Scritto da: D.D.

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Sve 1955


Un’attrice di teatro cerca di riprendersi il suo vecchio amante organizzando un fine settimana nella sua villa invitando il suo amante attuale con la moglie e il suo ex amante con la giovane moglie e la nipote.

Commedia delicata diretta con garbo dal maestro svedese Ingmar Bergman qui impegnato in un genere di pellicola da lui poco sfruttata visto che i suoi capolavori li ha realizzati raccontando drammi esistenziali. Il film parte in sordina per poi migliorare notevolmente accelerando l’azione e reggendosi su intrecci amorosi machiavellici. La commedia è di stampo classico con il difetto, se la si guarda con occhi contemporanei, di essere leggermente datata; il lieto fine è scontato (lo si mette in conto subito dalle prime inquadrature) ma inevitabile, oltre che appropriato per la pellicola.

Non mancano i momenti comici da pochade come anche quelli dal retrogusto amarognolo. La regia è fluida oltre che avvincente e degna della maestria del cineasta svedese. Da ricordare è il grandioso fotogramma con cui si conclude questo buon film che se anche non risulta entusiasmante è sicuramente ben fatto e più che piacevole. Come in tutte le opere di Bergman i colori sono fondamentali: qui troviamo un buon bianconero che per la maggior parte delle inquadrature ha una bella luce chiara. Divertenti le musichette da marcetta che accompagnano la vicenda.

L’eleganza del film e degli attori è notevole, tanto da essere premiata al Festival di Cannes. Questo fu il primo film importante di Bergman e lo fece conoscere al grande pubblico. Da alcuni critici è considerata, e non a torto, la migliore commedia del regista e, forse troppo avventatamente, un capolavoro.