Match Point
USA, UK 2005
Questo gran bel film, forse il più bello, segna la maturità filmica di Woody Allen. E' liberamente ispirato al celebre romanzo "Delitto e castigo" di Dostoevskij. E', finalmente, un film completo dove tutti gli elementi sono inseriti bene formando un mosaico accattivante e dando un buon quadro d'insieme, non dimenticando però i particolari, anche questi abbastanza bene analizzati; un film verosimile, credibile. Ottima la scelta di soffermarsi, per qualcuno invece si dilunga, nella prima parte (la migliore) dove presenta e di conseguenza analizza i personaggi, per poi nella seconda far "capitare" gli eventi.
Alla prima visione sembra un film atipico per il regista, sembra non suo, ma se si osserva bene il montaggio, la regia e alcune piccole battute (vedi la madre apostrofata dal padre per il "troppo" Gin tonic) è decisamente nello stile di Allen. Non vi recita come nella maggior parte dei suoi film e questo è sicuramente un merito, non inserisce all'interno della sceneggiature la sua logorrea e la sua psicanalisi (che lo caratterizzano ma che spesso lo limitano).
Da notare la scelta di mettere all'interno del film la Traviata, come rappresentazione teatrale e come aria in sottofondo. E' sicuramente una chiave di lettura per interpretare il film.
Non mi è piaciuta l'immagine della pallina da tennis mentre "danza" sul nastro della rete, che vediamo all'inizio e che ritorna alla fine: l'ho trovata un modo un po' troppo banale e facile, anche se ci può stare e non è forzata, per simboleggiare l'ineluttabilità del destino.
Anche se non è entrato in nessuna nomination degli Oscar è uno dei migliori film dell'anno e merita di essere visto al cinema.