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Quattro passi tra le nuvole

Scritto da: D.D.

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Ita 1942

Regia di Blasetti da un soggetto di Zavattini e Tellini con l'adattamento cinematografico di Amato. Paolo, rappresentante di cioccolatini e caramelle con moglie e figlio, parte per lavoro e, quasi senza accorgersene, si ritrova "sposato" con la bella Maria, ragazza disperata che torna a casa incinta dopo due anni di lontananza.

Blasetti dirige un film gradevole, decisamente sopra la media della pessima cinematografia nazionale dell'epoca. Insieme ai film I bambini ci guardano di De Sica, Ossessione di Visconti e Piccolo mondo antico di Soldati è il preludio al fulgido periodo della cinematografia italiana detta neorealismo.

Però alcune scene sono purtroppo tipiche della cinematografia fascista, detta dei Telefoni Bianchi, con momenti terribili di recitazione come la sequenza dell'attesa della corriera. Il film purtroppo non è esente da bozzettismo e manierismo. Da segnalare l'orrenda patinata protagonista Adriana Benetti persa in una recitazione finta, forzatamente melodrammatica e da oratorio, mentre Gino Cervi nei panni del piazzista è convincente nell'interpretare questo buono e onesto personaggio. Soggetto decisamente meritevole e sicuramente controcorrente rispetto alla filosofia fascista che ancora imperversava nell'italietta di allora, basti pensare alla concezione di famiglia nel mondo mussoliniano (roccaforte di valori) e la descrizione che invece ne porta questo film: luogo di infelicità del protagonista.

Simpatico il personaggio del nonno di Maria che non perde occasione per brindare con qualsiasi bevanda alcolica presente in casa: rosolio, vinsanto e malvasia. Divertente la scena del nonno impegnato nella sua consueta partita notturna in solitudine a dama con i cioccolatini di Paolo come pedine.

Il finale del film è moraleggiante, retorico e buonista, anche se l'ultimo frammento è più che buono, soprattutto se paragonato ai "filmi" del tempo. Complessivamente il film è grazioso e nonostante risulti datato merita di essere visto.