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Il Dipinto (Sceneggiato TV)

Scritto da: pintabona

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Questa volta voglio parlarvi di uno sceneggiato unico, uno di quelli che hanno lasciato il segno in tanti che, come me, furono traumatizzati da questa "meteora" sulla scia di altri sceneggiati più famosi del filone "occulto"; no, non si tratta di un quadro qualunque, non di "Ritratto di Dorian Gray" o della "Sindrome di Stendhal", questo "Dipinto" ha sconvolto il mio intimo e si è insinuato prepotentemente nella mia memoria...

Tutti siamo stati bambini, quelli della mia generazione sono legati a ricordi di ciò che la TV ci proponeva (o propinava?) nei primi anni '70 a cominciare dalla TV dei ragazzi con i cartoni animati, gli assalti degli alieni in "UFO S.H.A.D.O.", le odissee spaziali della base lunare Alfa con le metamorfosi di Maya in "Spazio 1999", le scazzottate e le belle donne di "Attenti a Quei Due", e poi ancora "Cannon", "Ironside", Super Gulp con Nick Carter, il "Prigioniero" ed altri ancora che ci incollavano alla sedia nelle ore pomeridiane; tanto non c'erano Playstation, computer e diavolerie simili e le distrazioni erano per lo più fatte di biglie, figurine e pallonate. Le ore serali erano spesso tabù e dopo il mitico Carosello con Calimero, la riga animata della Lagostina, l'omino della Bialetti o i pupazzi del Caffè Paulista con Carmencita, spesso ci mandavano a dormire ma c'erano gli sceneggiati TV che ci attiravano, e più erano "proibiti" più la sfida era aperta ed il bambino di 7-8 anni affrontava "le tenebre".
Quando nel 1974 arrivò "Il Dipinto" di Domenico Campana ero abbastanza svezzato e credevo di avere superato prove già abbastanza dure con "Il Segno del Comando", "Ritratto di Donna Velata", "Ho Incontrato un'Ombra", "Belfagor", "I Compagni di Baal", "A come Andromeda", "La Porta sul Buio" ma forse la RAI con questa produzione calcò troppo la mano con il più terrorizzante sceneggiato che io ricordi.
Uno sceneggiato dalle tinte così scure, che spalancava le porte dell'occulto, non poteva che traumatizzare un bambino di 9 anni; ci sono 4-5 sequenze al cardiopalmo che mi tolsero il sonno; questi forse sono i motivi per i quali "Il Dipinto", da allora, tranne qualche replica negli anni immediatamente successivi, non è più stato trasmesso. In effetti lo sceneggiato fece davvero scalpore tanto che una donna, così come riportarono i giornali dell'epoca, morì d'infarto proprio a causa dello shock subito durante la visione.
Mentre il "Segno del Comando" e "Ritratto di Donna Velata" raccontano una storia dal raffinato gusto gotico-romantico, "Il Dipinto", in sole due puntate, con un ritmo televisivo ma vertiginoso, colpisce dritto al cuore con una serie di sequenze shock; la magia non aleggia attorno a fatti e personaggi, ne fa parte e tutti sono coinvolti, a cominciare dal Commissario e dall'Ispettore di Polizia.
Le immagini che mi sono rimaste impresse per decenni sono quelle del misterioso personaggio che gira per le strade di Ratisbona (questo il luogo in cui si svolge la storia, anche se parte delle riprese sono state girate a Milano) con un quadro sottobraccio raffigurante una mano enorme; l'ambiguo pittore sembra l'emissario di qualcosa di maligno; al suo passare incute paura e sgomento inspiegabili ed incontrollabili...e dopo la sigla iniziale con obiettivo a fuoco sul pittore è subito terrore sul volto di una donna che fugge impaurita...in un incredibile e vorticoso susseguirsi di immagini si assiste ad una seduta spiritica con i due poliziotti citati durante il quale si svelano presagi di morte ed il film si tinge di rosso con il crudele omicidio di una modella; nell'appartamento, appeso alla parete, il dipinto....
Ma Il Dipinto è perlopiù tinto di nero, nerissimo, con avvenimenti al limite dalla realtà, incubi, sedute spiritiche, fantasmi, menti sconvolte da forze ultraterrene e strani fenomeni soprannaturali; un'altra indimenticabile sequenza è quella in cui l'ispettore, affacciato alla finestra del Commissariato in una serata in cui lampi e tuoni fanno sussultare il cuore, scorge tra la pioggia battente la donna assassinata qualche giorno prima che lo guarda fisso con un sorriso raggelante; subito dopo è il sinistro pittore con il quadro sottobraccio che si allontana da quel luogo...
Arpa e viola accompagnano le immagini di Ratisbona durante la sigla iniziale con una nenia che introduce una città arcana e misteriosa; non si conosce l'autore del bellissimo tema iniziale ma è facile riconoscere i frammenti della suite dei Pink Floyd "Atom Heart Mother" che sottolineano sapientemente i momenti più belli del film mentre si arriva all'Apoteosi finale con Carmina Burana di Orff in un crescendo mozzafiato!
Ratisbona è fotografata nel suo aspetto più medievale e sinistro con la sua cattedrale, i suoi affreschi e i suoi Gargoyles; il Danubio visto di notte diventa un fiume poco rassicurante con un cadavere trasportato dalla corrente....
Domenico Campana, affascinato dal Cabaret e dall'Espressionismo tedesco, in un geniale trait d'union inserisce, tra la prima e la seconda puntata, la scena di uno spettacolo teatrale al quale assiste il Commissario di Polizia, dove è rappresentata la lotta tra il Bene e il Male che finisce inevitabilmente col trionfo della Morte; il regista simboleggia così il tema portante del film.
Forse "L'Esorcista" dell'anno prima influenzò gli autori de "Il Dipinto"; in quest'ultimo infatti è trattato l'argomento dell'intervento diabolico; certo non vi è una possessione devastante come nel film di Friedkin; l'ispettore di Polizia non subisce metamorfosi fisiche e psichiche spaventose; a seguito di una violenta rapina nel quale resta gravemente ferito, sviluppa delle capacità medianiche straordinarie; lentamente la sua anima, la sua mente sono in conflitto ed è perseguitato dalla figura del pittore:
L'Ispettore: "C'è un punto in cui la disperazione cede a se stessa..
e diventa serenità.. o quasi.
Non è stanchezza, è proprio una nuova libertà...
di distacco tra le presenze...
incontri inattesi ci liberano dal nostro io...
è un risultato felice."
La Moglie: "Mi fai paura"
L'Ispettore: "Anch'io ho paura"
E in qualche momento l'ispettore, confuso, cerca di ribellarsi ed affronta il male, ma sembra che non ci sia scampo...
L'Ispettore: "Io lo so chi sei, non ce la farai a distruggermi..
E' col mio permesso che tu esisti"
Il Pittore: "E se fosse il contrario?"

In questo meraviglioso sceneggiato, da troppi dimenticato, l'intreccio giallo ha una insignificante rilevanza, anzi è solo un pretesto, tutto infatti si regge proprio sulla contrapposizione tra il bene e il male, dove la mano rappresenta avvertimento, punizione, tentazione, destino, il male e la morte; il portavoce è una figura misteriosa e sfuggente, che tende le braccia all'ispettore e lo condurrà ad una inevitabile fine...ma sarà la fine?
Nessuno spazio per il romanticismo né per la soluzione gialla alla Argento né per un lieto fine, solo un incubo tetro e minaccioso, che lascia il segno, il segno di una mano dipinta su una grande tela...

Produzione e Anno: RAI 1974

Regia: Domenico Campana
Colonna sonora: musiche scelte da Domenico Campana e Enrico Collina
Originale televisivo di: Narciso Vicario e Oretta Emmalo
Collaborazione alla Sceneggiatura: Domenico Campana
Interpreti: Carlo Hintermann, Gerardo Amato,
Maria Grazia Grassini, Walter Maestosi

Di Domenico Campana ricordiamo anche:
Come un Uomo e una Donna (1970)
Lotta ai Rumori (1970)
Il Bivio (1972)
La mia Vita con Daniela (1976)
Paura del Mondo (1979)