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Roma città aperta

Scritto da: D.D.

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Ita 1945

E' la storia romanzata di Don Morosini, ucciso dai nazisti, e di un nucleo familiare politicamente scorretto per il tempo (una donna con figlio e il futuro marito) che cercano di "resistere" ai tedeschi nella Roma occupata.

romapertaRoma città aperta entra nella storia grazie al suo spirito innovatore, realistico, documentaristico, di rottura. Per fare un esempio, all'inizio del film la fidanzata di Manfredi, Marina, sdraiata sul letto lo chiama dal telefono: l'apparecchio non è più di quel bianco candido che eravamo abituati a vedere nelle vuote commedie pre-guerra, ma di un nero inquietante già, in un qualche modo, anticipatore del dramma filmico che ci apprestiamo a vedere.

E' sicuramente il film più famoso, sia in Italia che all'estero, e importante del neorealismo. Ha avuto un successo di pubblico incredibile, a differenza degli altri film di genere, perchè era una novità assoluta, tutte le donne dell'epoca si sono riconosciute nella sora Pina, i protagonisti erano due popolari attori dell'avanspettacolo. Ha smosso il mondo culturale italiano e al tempo stesso ne ha indicato la via da seguire. Nonostante tutti questi meriti e mille altri (che sono costretto ad omettere perchè troppi) e molte sequenze indimenticabili, emozionanti, che hanno fatto storia, mi permetto di trovargli qualche difetto: è un film un po' arrabattato, non lineare, con qualche imprecisione, imperfetto (anche a causa della precarietà e delle difficoltà tecniche trovate da Rossellini durante la lavorazione), qualche volta i personaggi scivolano nel bozzettismo. Come è un po' forzata la scena in cui Fabrizi stordisce con una "pentolata" un reticente per non farlo portar via dalle SS: infatti alcuni critici vedono in questa vera e propria gag l'inizio dalla "commedia all'italiana".

Nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale a Fellini e Amidei e Gran premio collettivo a Cannes.