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Gli occhi, la bocca

Scritto da: D.D.

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Ita/Fra 1982

Film amaro e angosciato di Bellocchio che cura la sceneggiatura con Vincenzo Cerami. In questo film viene raccontato il dramma interiore di Giovanni che torna nella casa materna in seguito al suicidio del fratello gemello, che si è sparato dopo essere stato respinto da Wanda.

Film allusivo e simbolico nel quale le belle immagini hanno una grossa carica di significati evocativi. All'interno del film l'autore inserisce molti elementi autobiografici e simbolici (si capisce che la sua narrazione è influenzata dalla psicanalisi): infatti è un film molto psicologico dove Giovanni, nell'intraprendere la relazione con Wanda, sembra volere indossare i panni del fratello respinto dalla ragazza. Ancora una volta il regista ci parla di una famiglia. In un certo senso si può considerare il continuo del suo film precedente, I pugni in tasca, che viene citato di continuo:è addirittura l' attore che qui interpreta Giovanni nel film del 1965 è proprio il protagonista.

Bellocchio con L'ora di religione chiuderà questa anomala trilogia. Impagabile risulta l'attore Luo Castel, che aveva interpretato con successo anche I pugni in tasca, nel difficile ruolo di Giovanni dove si esalta nel rendere le tribolazioni interiori di questa persona visto il momento piuttosto difficile della sua vita. Il finale è sicuramente il momento più alto e bello (da vedere e rivedere Castel che recita la parte del fratello suicida) di questo buon film che però non riesce ad incidere e a smuovere lo spettatore come ne I pugni in tasca.

Film non molto facile da vedere a causa di una narrazione che risulta non troppo lineare e quasi caotica.