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Spaghetti house

Scritto da: D.D.

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Ita 1982


A Londra cinque camerieri italiani, con il sogno comune di mettersi in proprio, vengono presi in ostaggio da tre londinesi nel ristorante dove lavorano.

Regia (da non ricordare) di Guido Paradisi con soggetto, sceneggiatura e dialoghi curati dal grande duo Age&Scarpelli aiutati dal protagonista della pellicola Nino Manfredi. Il film è tratto da un fatto di cronaca realmente successo e viene trattato il dramma sociale dell’emigrazione italiana. Il risultato filmico non è riuscito e una delle principali cause è la mancata coesione dei dialetti e della cultura italica a quella anglosassone dando la netta sensazione di spaccatura tra gli attori inglesi e quelli italiani, dovuta per lo più all’uso da parte di tutti i personaggi della lingua italiana, scelta che ha reso la pellicola poco credibile.

Altra nota di biasimo è la narrazione fiacca, oltre che macchinosa e oltremodo lenta. La mediocrità la fa da padrona in questo film che parte come una commedia e prosegue con toni amari. La pellicola è poco ispirata e senza la presenza del buon Manfredi sarebbe quasi del tutto da dimenticare. Di positivo troviamo qualche battuta in vernacolo che risulta buona anche se i compari di Manfredi non vanno oltre il loro lato macchiettistico. Bella la lezione su come si preparano gli spaghetti alla puttanesca che Manfredi impartisce agli amici e colleghi. Un diligente Nino Manfredi si fa notare oltre che per la sua vena comica anche per quella velatamente drammatica.