Recensioni

Signore & Signori

Scritto da: D.D.

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Ita 1965

Film molto bello di Pietro Germi in tre episodi, tutti collegati, dove viene mostrata la vita "bene" di una cittadina molto provinciale (si riconosce Treviso).

Il regista continua a parlare di realtà provinciali dopo Sedotta e abbandonata, questa volta invece del sud d'Italia si concentra sul nord. Commedia all'italiana molto pungente dove vengono mostrate le ipocrisie della provincia piccolo-borghese-cattolica. In questa città molto provinciale la vita si snoda dalla piazza centrale e dal suo bar, dove tutti sanno tutto di tutti e si cerca di uscire dalla monotonia con scherzi e tradimenti vari. Germi usa molta cattiveria e denuncia, in modo impietoso, la pochezza di questa vita pseudo-mondana con l'utilizzo di personaggi squallidi e vuoti. Nel finale corale la vita torna alla normalità, dopo tutti i fatti più o meno incresciosi successi, come se nulla fosse successo, si lascia scivolare tutto senza lasciare strascichi solo per proteggere l'apparenza, sempre tanto cara alla vita provinciale. In un certo senso si può notare un proseguimento dei Vitelloni felliniani 10 anni dopo; anche grazie alla presenza del "vitellone" Franco Fabrizi... Sceneggiato con la solita maestria da Age & Scarpelli, Germi e Vincenzoni; si dice che abbiano preso spunto da fatti realmente accaduti. Alcune scene e i toni sono anticipatori di Amici miei: diretto da Monicelli, gira in film dopo la morte di Germi, che riprende un soggetto del regista.

In questo film non troviamo un personaggio positivo se si eccettua, in un certo senso, Osvaldo interpretato da un bravissimo Moschin e i suoi risolutori tappi per le orecchie; questo dimostra la misoginia del regista genovese. La scena del night club, dove il locale vuoto si rianima alla vista dei clienti, verrà ripresa nel fantozziano Hippopotamus.

Palma d'oro a Cannes come miglior film ex aequo con Un uomo, una donna di Lelouch.