Recensioni

Il grande capo

Scritto da: D.D.

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Dan-Sve 2006

Ennesimo capolavoro di quel genio che è Lars von Trier nel quale il proprietario di una piccola compagnia informatica assolda un attore perchè interpreti il capo dell'azienda, per poter poi scaricare su di lui le colpe della futura vendita della compagnia.
Nell'incipit del film l'autore (tramite la sua voce off che accompagna l'intera pellicola) spiega chiaramente allo spettatore che si sta apprestando a vedere una commedia, e quindi non deve cercare significati ulteriori alle immagini. è, infatti, una commedia pura: il cineasta ricerca e trova l'essenza della commedia cinematografica ricordando Lubitsch e Wilder.
Commedia leggera di disimpegno dopo le sue grandi opere molto drammatiche e di contenuti. è un film molto ironico e divertente. Nel primo tempo si vede la classica commedia degli equivoci; geniale la sequenza dove la ex moglie del grande capo mangia noccioline senza sbucciarle. Il finale risulta azzeccatissimo e tutt'altro che scontato come spesso, per non dire sempre, capita al regista danese. Molto bella la scelta dei personaggi tutti assolutamente caratterizzati: tra questi spicca il "professionalissimo" traduttore. All'interno del film il regista si autocita (lo si vede nel primo fotogramma riflesso dai vetri) ricordando il suo periodo Dogma: infatti vi è una totale assenza di musiche accompagnatrici.
Il montaggio è frammentario, per usare un termine non tecnico ma esplicativo, e le riprese sono innovatrici (la telecamera è guidata da un computer): basta guardare la bella sequenza nella quale i due protagonisti si ritrovano nel loro primo incontro "in campo neutro" e tenere d'occhio il panino. Film che come dice il regista nell'introduzione è intimo. Molto caricato l'odio che provano gli islandesi per i danesi, dovuto alla loro sottomissione per quattro lunghi secoli.
Lars von Trier si dimostra, una volta di più, genio assoluto che riesce a portare innovazioni sia nella sua cinematografia che in quella mondiale. Il regista dichiara che: "in questa pellicola non c'è niente su cui riflettere. è una commedia perciò innocua, priva di discorsi pedagogici e di formazione della coscienza".