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La seconda notte di nozze

Scritto da: D.D.

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Ita 2005

Commediola di Pupi Avati nella quale durante il primo dopoguerra una madre e un figlio, tra il delinquente e il trafficone, vivono nella miseria bolognese e sono costretti a migrare in cerca di fortuna in Puglia da uno zio benestante.
Commedia garbata come lo stile narrativo del regista. Avati racconta una storia guardando al passato con vena nostalgica e perdutamente malinconica come nei suoi film più riuscirti, vedi Una gita scolastica o Festa di laurea, senza tuttavia riuscire a raggiungere la loro completezza filmica. Film che si lascia guardare nonostante sia tutt'altro che un bel film: senza dubbio non è la migliore pellicola del cineasta bolognese ma nemmeno la peggiore. Decisamente superiore al precedente brutto film Quando arrivano le ragazze?, ma molto inferiore al suo recente Il cuore altrove, dove si rivelò il discreto talento cinematografico dell'attore Neri Marcorè che ricorda il primo Carlo Delle Piane "inventato" e protagonista dei film di Avati.
Marcorè qui è positivo e credibile nella parte del figlio opportunista e furfante. La storia purtroppo non regge ma è apprezzabile la costruzione dei personaggi e le interpretazioni dei protagonisti. Più che dignitosa e convincente la prima apparizione sul grande schermo di Katia Ricciarelli nei panni della madre. Bella e disincantata l'interpretazione di Albanese nel ruolo dello "strambo" zio Giordano, segnato da una lieve malattia mentale, che però dimostra una purezza e bontà interiore non comune per il genere umano. Riuscite le due zie dello zio Giordano che ricordano le sorelle Materassi dell'omonimo e delizioso romanzo di Palazzeschi.
Nel suo complesso però il film è poco credibile e non riuscito appieno nonostante le interpretazioni dei protagonisti. Non convincente il finale che è scontato e con un sentore di fiabesco. Si chiude con la dedica sibillina: "a tutti i bambini che fecero una grande luce".