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Hiroshima mon amour

Scritto da: D.D.

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Fra/Gia 1959


Ad Hiroshima un’attrice francese impegnata nella registrazione di un film sulla pace intraprende una storia d’amore con un architetto giapponese e insieme a lui e grazie a lui, e insieme a lui, rievoca il suo difficile e turbolento passato durante la guerra.

Film diretto da Alain Resnais di chiaro stampo francese e d’autore, intimistico, che purtroppo non può essere apprezzato dal grande pubblico abituato e rincoglionito dai filmetti “tutt’azione”. Chiaramente il dramma della bomba atomica sganciata sulla città giapponese riveste un’importanza non marginale nell’economia del film. Lo si capisce subito nelle prime sequenze dove troviamo immagini documentaristiche che classificare come “forti” sembrerebbe riduttivo.

Film di breve durata (91 minuti) ma molto complesso e ben articolato che si può tranquillamente definire ottimo; la parola riveste un ruolo di grande importanza e apprezzabili sono tanto i dialoghi tanto le belle immagini (la fotografia è una delle tante cose da ricordare, così come i numerosi ed evocativi piani sequenza). In questa pellicola dei grandi sentimenti e dell’amore impossibile sono da lode i due attori protagonisti, Emmanuelle Riga ed Eiji Okada, che riescono con spiccata bravura a intraprendere lo spirito di questo grande film con un elevato tasso di difficoltà interpretativa. Il film si basa sull’attrazione degli opposti, con un continuo rimando ai contrari: Francia/Giappone, passato/presente, ricordo/oblio….

Un grande pregio di questa pellicola, considerata a ragione un capolavoro di poesia e per molti versi un film innovatore – ma che fece scuola - , è quello di fornire allo spettatore numerosi spunti di riflessione. Tratto da un romanzo di Margherite Duras, che cura la sceneggiatura, può essere considerato appartenente alla Nouvelle Vogue nonostante il tema bellico e i momenti documentaristici.