Recensioni

Il diario di una cameriera

Scritto da: D.D.

Questo utente ha pubblicato 302 articoli.

Fra/Ita 1964

Celestina, una giovane cameriera della Parigi bene, troverà un lavoro presso una famiglia in campagna; qui vi passerà i giorni impegnata in piccole e grandi faccende quotidiane.

Regia di Bunuel, tratto dal romanzo del 1900 di Octave Mirbeau e già reso sul grande schermo dal grande Renoir nel 1946 a Hollywood. Il regista ambienta questo “diario”, a differenza del regista francese e del romanzo, nel 1929 e non a fine ‘800 mentre la location è sempre nella caratteristica campagna parigina. La protagonista Celestina riuscirà a sedurre e conquistare tutti gli uomini che le gravitano attorno con il suo modo di fare apparentemente disinteressato, servile e al tempo stesso deciso e decisionista, oltre che chiaramente grazie alla sua indubbia beltà.

Tutti e tre i padroni di casa hanno delle stravaganze, o vizi, più o meno morbosi e più o meno nascosti. La pellicola mostra una sagace critica al mondo borghese e a quello fascista. La regia, pulita e lineare, crea una narrazione buona e fluida. Purtroppo è un film datato che non ebbe successo alla sua uscita e che non l’avrebbe nemmeno ora: sarebbe considerato dai più troppo lento, con troppo pochi colpi di scena e senza trovate ad effetto, come ormai è invece abituato il pubblico da blockbuster. Il diario di una cameriera è un’opera amara e pessimistica, nel complesso ben realizzata dal lodevole regista spagnolo, che comunque ha fatto di meglio nella sua distinta carriera. Nei panni di Celestina troviamo Jeanne Moreau, che ancora una volta ci mostra la sua bravura e la sua fine bellezza poco appariscente (cosa rara nelle bellezze che siamo soliti contemplare sugli schermi contemporanei…).

Da sottolineare anche l’abituale fortunata recitazione di Michel Piccoli nei panni del vecchio feticista padrone di casa. Film non di certo eclatante ma che merita sicuramente una visione.