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Questa storia qua

Scritto da: Vanoli

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A scanso di equivoci prendo subito le distanze da chi mi criticherà di voler fare “l’alternativo” per poi dedicare invece un articolo a un artista chiaramente commerciale come Vasco. Primo: non sono un fanatico; secondo: eventualmente non mi fregherebbe niente parlare di un prodotto che comunque mi è piaciuto, indipendentemente che sia “di nicchia” o per la massa.

In fondo non ho davvero mai badato a etichette, e allora perchè non dire la mia su un bellissimo dvd, per  nulla autocelebrativo, come “Questa storia qua – Il film” diretto dai giovani Alessandro Paris e Sibylle Righetti?

Attendevo l’occasione per vedere un determinato spaccato dell’esperienza artistica di Vasco, quello più legato alle origini paesane e meno orientato alle masse e grazie al regalo di compleanno di mio fratello Nico sono stato ripagato.

Dicevo, nulla di celebrativo o agiografico, ma piuttosto la necessità e la volontà di riappropriare il cantautore, da più parti definito l’unica vera rockstar nostrana, alla sua terra, alla sua gente, quella che l’ha visto crescere, che l’ha supportato ma spesso e volentieri anche “sopportato” e che ne ha in presa diretta osservato silenziosamente l’ascesa nell’olimpo della musica italiana.

Tantissime testimonianze, da quelle simpatiche e assolutamente personali della madre e della “zia”, in realtà una cara amica di famiglia, al grande Gherardi, uno dei suoi migliori amici che ammette, non senza rimpianti, di essersi accontentato di una vita “facile” rispetto a Vasco che, invece, da subito ha lottato contro tutto e tutti per seguire la sua strada, lasciando spazio alla sua vera natura. E poi Santagata, Ferlito, Manola Righetti, lo psichiatra Angelo Righetti, Lucio Serra, ovviamente Gaetano Curreri e Floriano Fini e tanti tanti altri personaggi fondamentali che il rocker ha conosciuto durante la sua carriera, intrecciando sogni e musica. La parte più interessante a mio avviso riguarda i filmati d’epoca e le registrazioni di alcuni stralci di puntate radio, nella mitica “Punto Radio”, forse la primissima radio davvero libera nei contenuti e nella filosofia di fondo.

E poi, le primissime canzoni, le esibizioni, la visita al pub di Manzini, il ricordo commovente del grande Massimo Riva, a cui Vasco era indissolubilmente legato. Alle testimonianze dirette degli amici si affianca la voce narrante dello stesso cantautore che ricorda con affetto alcune pagine cruciali della sua vita, dalla perdita del padre, quando ancora lui era un semplice deejay, lontanissimo da ogni possibile sogno di gloria e successo alla voglia di uscire dal guscio, nonostante un’innata timidezza che mascherava abilmente con la sfrontatezza e l’uso di sostanze per fini soprattutto pratici, come riuscire a superare certe impasse col primo pubblico e sentirsi così più forte, con maggior autostima. Inutile dire che Vasco non inneggia certo alla droga ma a modo suo cerca di far comprendere i motivi che possono portare ragazzi anche talentuosissimi (e il riferimento corre inesorabilmente al prodigioso Riva, che a 13 anni già padroneggiava alla grande la chitarra e bazzicava curiosamente la radio) a bruciarsi letteralmente, perdendo il controllo di sè, finendo preda della dipendenza.

Stupendi alcuni extra, come le canzoni che un ventottenne Vasco ( non ancora famoso, anche se già aveva fatto uscire i primi due lp, tra cui quello contenente l’immortale “Albachiara” che solo negli ’80 diventerà il classico che tutti conosciamo) eseguirà in una chiesa, accompagnato da un coro. Un ragazzo che pare pieno di gioia, capace di divertirsi in un contesto lontano dalle arene rock, così come dall’immagine stereotipata che di lui ci veniva consegnata dai media.

Permane un senso di malinconia profondo per un mondo che ora non c’è più, per un’epoca in cui davvero si credeva di poter cambiare il mondo, anche solo con la forza delle sole parole. Un film che ha saputo emozionare, d’atmosfera, sobrio e che mostra un Vasco genuino, sincero fino al midollo, capace ancora di sfornare brani significativi come ad esempio quella “I soliti” che riecheggia in molte parti del dvd.