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La verità è che non gli piaci abbastanza

Scritto da: Vanoli

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Usa, 2009

 

E’ uscito tre anni fa il  film diretto da Ken Kwapis, dal titolo programmatico  ”La verità è che non gli piaci abbastanza”, una pellicola divertente, leggera il punto giusto e adatta a serate estive.

Beh, diciamo che le molte nuvole all’orizzonte nei cieli veronesi non inducevano chissà quali uscite (infatti in città sarebbe sceso il diluvio da lì a poco, con raffiche di vento capaci di sradicare alberi) e allora ho recuperato assieme alla mia ragazza questo film corale che, sulla scia di precedenti visioni degli anni scorsi legate a un certo filone (mi vengono in mente titoli come “Love actually” o “Appuntamento con l’amore”), si prestava benissimo a farci compagnia.

Scelta felice dal momento in cui non ci aspettavamo certo un kolossal, o un filmone d’amore strappalacrime. “La verità è che non gli piaci abbastanza” assolve il suo compito, forte di una trama – magari – abusata (le mille sfumature dell’amore!) ma scritta in modo originale, con espedienti carini come l’intro ad ogni capitolo dedicato a persone “della strada”, interpellati a dibattere su tematiche come la vita di coppia, il tradimento ecc, interrogandosi su questioni che dire “amletiche” è poco.

Forte di un cast ricco di star (da una Jennifer Aniston qui in veste più matura, accanto a Ben Affleck che riprende i panni del bravo ragazzo, alla sempre sensuale ma un po’ ripetitiva Scarlett Johansson, ai divertenti Justin Long, sorta di guru per la povera amica sognatrice Ginnifer Goodwin alla famosa Drew Barrymore che si concede un ruolo minore ma non defilato ai fini della storia), in cui le pedine si incastrano perfettamente, le due ore e poco più filano via lisce, strappando più di un sorriso o un gesto di assenso!

C’è pure l’allora emergente Bradley Cooper, nel frattempo assurto a nuovo divo di Hollywood, qui in veste di marito fedifrago, e Jennifer Connelly che invece fa la parte della cornuta e ingannata.

Da chi sogna di sposarsi a chi rimane legato a un’illusione, da chi prende gli amori come ripiego a chi crede che la convivenza basti e avanzi, i molteplici temi amorosi vengono sviscerati senza pretese di obbiettività o di insegnamento, anche se i consigli del giovane Alex (Justin Long) fanno sorridere più volte, a metà tra cinismo e fredda realtà dei fatti. Poi anche lui capitolerà e lo darà proprio con la protagonista femminile della pellicola, l’ingenua Gigi (una convincente Ginnifer Goodwin).

Vedendola con gli occhi del critico, la storia è un disimpegno, una commedia sentimentale che non vuole superare certi limiti o imbattersi in derive sociologiche, ma soltanto catturare l’attenzione con la giusta dose di vicinanza alla realtà odierna (e a quei rapporti che talvolta si consumano nel tempo di una cena o di un sms) e la personalità di attori e attrici che hanno contato tantissimo in fase di incassi cinematografici.

Insomma, un film da vedere, o da recuperare, poi se si cerca l’arte o l’insegnamento o più semplicemente emozioni più profonde, occorre necessariamente rivolgersi altrove.