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La peggior settimana della mia vita

Scritto da: Vanoli

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 ....tanto clamore per una storia salvata dal grande Fabio De Luigi

 Con sommo ritardo rispetto all’uscita cinematografica mi sono convinto a guardare uno dei casi dell’anno: la commedia di Genovesi “La peggior settimana della mia vita”, con attori principali i lanciatissimi Fabio De Luigi e Alessandro Siani, due garanzie di successo, tradotto facilmente.

Devo dire che mi aspettavo di meglio, visto che in tempi di crisi della commedia, con i cinepanettoni e affini in caduta libera in quanto a incassi, questa pellicola era risultata la decima più vista in assoluto della passata stagione italiana.

Che dire? Molto semplicemente che a salvare il film ci ha pensato il buon De Luigi, che con le sue smorfie, il suo modo di fare (così tanto credibile da sembrare un “modo di essere”) ha risollevato le intere sorti di un film, altrimenti mediocre e legato a stilemi alquanto banali di comicità. Tante gag, poco ritmo, tanti sorrisi, poche crasse risate, tanti personaggi, poco quelli compiuti pienamente. L’accoppiata De Luigi – Siani funziona a metà, nel senso che il napoletano, esploso con la fragrante doppietta “Benvenuti al Sud/Benvenuti al Nord”, regge poco il confronto, relegato a un ruolo di nicchia, col risultato che pare una macchietta, divertente, ma anche molto stereotipata. Le due stelline Capotondi e Francini si contendono lo sposo, ma se alla prima basta muovere le ciglia e mostrare i suoi occhioni azzurri, alla seconda viene meno l’effetto novità ottenuto con i precedenti ruoli, qui onestamente mi è parsa sprecata, quel ruolo l’avrebbe potuto girare chiunque. Deludente Catania, più abile in ruoli di amante e intrallazzatore e poco sfruttata la bravissima Guerritore. Simpatici i cameo di Mingardi e Arisa che trasmettono al pubblico la loro solarità.

Non un brutto film, preso nel desolante contesto italiano attuale ma nemmeno una commedia in grado di far gridare al miracolo. Eppure tanto è bastato per scriverne un seguito “Il peggior Natale della mia vita” o una cosa del genere.

 Il fatto è che, essendosi abbassato il livello dei film d’autore in Italia (resta il bell’exploit di Sorrentino con l’internazionale “This must be the place” e il solido Garrone) e con la commedia che sta implodendo, è davvero difficile ipotizzare una risalita del panorama nostrano. Le storie, pur belle, paiono sempre poco originali, e un ottimo risultato come quello del film dei fratelli Taviani,vincitori del prestigioso “Orso d’Oro” a Berlino pare poco valorizzato, nonostante la scelta di candidarlo pure alle selezioni dei prossimi Oscar. Urgono nuove idee o forse nuovi registi!