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Quell'oscuro oggetto del desiderio

Scritto da: D.D.

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Fra 1977

Un ricco uomo si innamora di una giovane donna, che lo burattina senza mai concedersi, e la loro storia tormentata viene raccontata dal protagonista ai curiosi compagni di treno. Ultimo film del grande e geniale regista Bunuel che cura la sceneggiatura, decisamente buona, con Jean-Paul Carriere; tratto dal romanzo del 1898 La donna e il burattino di Pierre Louys.
Film allegro e spensierato solo in apparenza che si svolge tra Parigi, città dell'innamorato, e Siviglia città di Conchita. Commedia vellutata, lieve, delicata ma anche spiazzante come la regia e la sceneggiatura. Composto da scene molto divertenti tra il grottesco, il surreale e il demenziale come il secchio d'acqua lanciato dal protagonista a Conchita, il topo catturato dalla piccola tagliola nell'appartamento signorile, la mosca che finisce nel bicchiere nel lussuoso bistrot, il maialino tenuto in braccio come se fosse un'infante.
Film che si potrebbe leggere in chiave psicanalitica, ci si potrebbe sbizzarrire nell' interpretarlo senza però riuscire a trovare il bandolo della matassa e perdendosi in una selva di allusioni, sogni, simboli, sessualità negata. Molto convincente Ferdinando Rey nei panni del compassato protagonista e Carole Bouquet e Angela Molina che si alternano, senza una logica precisa, nel ruolo della provocante e seduttrice Conchita. Molto esplicito, anche grazie al ruolo di Conchita condiviso da due attrici, il riferimento alla duplice natura del genere femminile. Tra i compagni di viaggio spicca il perspicace professore di psicologia che si guadagna da vivere grazie a lezioni private.
Da segnalare che il film è impregnato di attentati terroristici, come nel sibillino finale.