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Amore mio aiutami

Scritto da: D.D.

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Ita 1969

Film di Sordi che vede come protagonista, oltre al regista stesso, Monica Vitti; i due sono impegnati in una complicata relazione matrimoniale da quando la Vitti si invaghisce di un altro. Sordi interpreta un alto borghese che alla fine degli anni '60. E' combattuto tra la voglia di modernità, cercando di aprire ed adeguare la propria mentalità con le novità libertine dell'epoca, e la propria mentalità bigotta, chiusa e provinciale con cui ha vissuto tutta la vita; dichiara, infatti, di essere uomo "moderno e progressista".
Come al solito la regia di Sordi non è impeccabile: in questo caso è troppo prolissa. Comunque è un film che non ha pretese, che si lascia guardare, piacevole grazie ad un discreta sceneggiatura (dove c'è la mano di Pinelli) e due grandi attori (anche se le loro interpretazioni migliori sono altre). In alcune sequenze Sordi sfodera la sua solita inconfondibile maschera: vedi il tentato suicidio con pasticche e un boccetto d'inchiostro, e l'attesa della morte dopo essersi sistemato e fatto bello; oppure la scena più famosa e ricordata dove il protagonista compie un vero e proprio pestaggio nei confronti della moglie che dichiara il proprio amore per l'altro. Il figlio di dieci anni della coppia, Riccardino, richiamato dal collegio dal padre per cercare di tamponare la crisi familiare in atto, si dimostra l'unica persona coscienziosa della casa.

Solita Vitti molto plateale e melodrammatica, nevrotica ed isterica, con un'artrite psicosomatica: qui interpreta una parte che conosce molto bene visto che molti registi le chiedevano un tipo di donna con queste caratteristiche. Comunque la Vitti migliore è, senza ombra di dubbio, quella problematica ma delicata diretta da Antonioni. Commedia non volgare e sguaiata come la stragrande maggioranza dei film di genere che la cinematografia contemporanea ci offre.