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IL ROSSO E IL BLU + ROMANZO DI UNA STRAGE

Scritto da: Vanoli

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Ho visto di recente due film italiani (usciti nelle sale nel 2012) molto diversi fra loro per tematiche e stili ma entrambi meritevoli di approfondimento: “Il rosso e il blu” di Giuseppe Piccioni e “Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana.

Il primo intende raccontare una storia ancorata fortemente all’attualità, una storia intessuta nel mondo della scuola, con uno sguardo attento su molti aspetti sociali, senza tirare in ballo politica e ministeri, finiti nell’occhio del ciclone dall’avvento della Gelmini in poi (anche se, andando indietro nemmeno di tanti anni – io mi sono diplomato al Classico nel ’96 – non è che le prospettive fossero migliori e i vari ministri dell’istruzione sono sempre finiti ad essere contestati dagli studenti).

i protagonisti principali de "IL ROSSO E IL BLU"

i protagonisti principali de “IL ROSSO E IL BLU”

Piccioni dirige con occhio attento a tanti risvolti, ma lasciando spazio dominante a un diffuso sentimento di amarezza, che sfocia talvolta nel disfattismo, lo stesso dimostrato dall’ottimo Roberto Herlitzka, qui nei panni di un anziano e disilluso insegnante di storia dell’arte.

Anche Margherita Buy, pienamente a suo agio nei panni di una preside composta e quasi anch’essa rassegnata a fare il minimo indispensabile e a salvaguardare sè stessa prima ancora – o piuttosto – che il futuro degli alunni, fino all’incontro con uno studente problematico che lascia intuire il film cambierà per sempre le sue grigie prospettive. In mezzo ci sta Riccardo Scamarcio, giovane professore di lettere alla sua prima esperienza da insegnante supplente, che porta in dote entusiasmo e voglia di risvegliare le coscienze. Andrà incontro a molte delusioni, ma le saprà affrontare senza dare grossi segni di smarrimento. Poi tante micro storie degli alunni della 4° F, come se ne possono riscontrare tra le asettiche pareti di un’aula di scuola, e che vanno a incidere non solo sui rendimenti scolastici ma spesso pure su vite intere. Tanta amarezza, dicevo, quando non proprio cupezza, anche se il finale lascia presagire qualche luce, anche per l’attempato prof di storia dell’arte.

Decisamente più ambizioso il progetto di Giordana, che firma (con i sodali Rulli e Petraglia, già al suo fianco nello splendido film “La Meglio Gioventù”) e dirige egregiamente “Romanzo di una strage”, col quale vuole affrontare il difficile e discusso periodo che fece da apripista per i cosiddetti “anni di piombo”, partendo dalla strage di Piazza Fontana. Il film è tratto dal libro di Paolo Cucchiarelli “Il segreto di Piazza Fontana” (edizioni Ponte alle Grazie)

il cast di "Romanzo di una strage"

il cast di “Romanzo di una strage”

Avvalendosi di un pool di interpreti tra i più bravi emersi in questi anni: da Mastandrea “Commissario Calabresi” a Favino “anarchico Pinelli, da Gifuni “Aldo Moro” alla Cescon “moglie di Pinelli”, fino ad altri come Lo Cascio, Tirabassi e le rivelazioni Thomas Trabacchi – già molto apprezzato in “El Alamein” – qui nei panni del giornalista Marco Nozza e il veneto Denis Fasolo che interpreta il fascista Ventura.

Il regista confeziona un film sobrio, ma pure spietato, soprattutto molto imparziale.  Giordana infatti lascia aperte tutte le possibili interpretazioni di una delle vicende meno chiare della storia italiana. Un film assolutamente da recuperare e da vedere… andrebbe fatto vedere nelle scuole italiane, visto che difficilmente si arriva a studiare questi anni, ancora poco storicizzati.